DA NOTIZIARIO N. 1 - maggio 1979

1° Laboratorio di dinamiche di gruppo e di comunità

Ogni aggregato umano è un insieme di gruppi ed ogni gruppo fa parte di un insieme più grande. Il rapporto che lega gli individui al gruppo ed i gruppi alla comunità è regolato da leggi precise, alcune formalizzate, altre informali. La cosa più importante per coloro che operano nel settore sociale è capire queste leggi, riconoscerle ed interpretarle. Ma altrettanto importante è comprendere i meccanismi che consentono di modificarle per rendere il gruppo e la comunità più funzionali ai bisogni dell’individuo. A volte infatti sembra che la vita di un sistema dipenda dalla limitazione di alcune parti dei membri che lo compongono. Si verifica un meccanismo  perverso in cui la comunità  e l’organizzazione, credendo di sopravvivere, limitano, imbrigliano, soffocano potenzialità ed energie individuali, senza rendersi conto che in tal modo decidono la propria decadenza. Di solito infatti le risposte che i sistemi danno alle loro tendenze autodistruttive sono: l’accentramento, il controllo burocratico, la repressione, la competizione, l’autarchia e la paralisi. Credendo di difendersi dalla propria morte i sistemi uccidono la creatività, l’autonomia, l’apertura, l’iniziativa dei propri membri.

Normalmente questa dinamica perversa viene considerata ineluttabile, cioè oggettiva e realistica. Al contrario, tutte le proposte di superamento di questa spirale vengono considerate utopiche. Il cambiamento viene relegato nell’utopia e nel mito, e le energie che potrebbero essere convogliate per realizzarlo, vengono spese per dimostrarlo impossibile. In realtà molto spesso l’alibi dell’utopia non serve ad altro che a difendere privilegi, nascondere insicurezze, negare capacità. Coloro che invece non considerano utopico il cambiamento tentano di sedare l’ansia che esso provoca mediante i progetti onnipotenti: in sostanza essi affermano che il cambiamento della comunità sarebbe possibile, purché si facesse come essi indicano. In realtà il senso di morte è un istinto individuale e collettivo, cioè riguarda tutti gli individui e le comunità che essi formano. Ogni superamento, anche temporaneo, di questo istinto letale non può che nascere dalla prevalenza della vitalità individuale e collettiva. Dalle ricerche di K.Lewin  sull’importanza del gruppo, alle esperienze europee sulla psichiatria di comunità; dalle teorizzazioi di P.Freire sulla comunità educante, alle ipotesi francesi sulla pedagogia istituzionale, dalla concezione del ruolo preventivo dei servizi sociosanitari del territorio, alle esperienze italiane e francesi sull’animazione socioculturale di comunità, tutta la ricerca sociale del secondo dopoguerra ha sottolineato la crucialità del gruppo e della comunità in ogni strategia di cambiamento individuale e collettivo.

Staff – sede – orari

Il laboratorio si terrà a Igea Marina dal 14 al 17 giugno 1979 e sarà condotto da: L.Carcano,    

G.Contessa,  R.Martini, R.Piz, M.V.Sardella, M.Sberna.