DA NOTIZIARIO N. 40 ottobre-dicembre 1994

AGGIORNAMENTI di Margherita Sberna

Pare incredibile ma è già passato un altro anno! E sono ben 16 anni che Arips esiste. Guardarsi indietro dà una certa soddisfazione. Attività di formazione, ricerche, interventi di prevenzione, giornate di studio e convegni, sperimentazioni di vario genere, articoli e libri, una rivista….

Non si può dire che siamo rimasti inoperosi. E’ però vero che l’aumento delle attività sul campo, dei veri e propri lavori, ha modificato in parte le nostre abitudini costringendoci ad occuparci innanzitutto dei problemi quotidiani, Arips è nata con una tensione soprattutto di tipo speculativo e culturale che era molto vistosa ed accentuata  nei primi ai di vita dell’Associazione. L’idea era che la sperimentazione concreta dovesse andare di pari passo con la speculazione intellettuale, così da creare dei modelli di intervento, dei prototipi, che potessero essere successivamente “replicati” anche da altri professionisti del settore, inoltre Arips intendeva studiare l’evoluzione delle organizzazioni,  che normalmente attraversano periodi di vita diversi: dalla nascita, con tutte le incertezze e le difficoltà tipiche di un’impresa appena avviata; al successo; alla stabilità completa spesso caratterizzata alla lunga da un minore investimento e da una tensione emotiva più scarsa. Con questo si voleva individuare una strategia che ridesse vigore e vitalità a tutte le organizzazioni per qualche motivo boccheggianti, così da tamponarne una presunta tendenza all’estinzione.

Travolti dagli eventi, anche noi di Arips siamo caduti in questa trappola e se non si può negare che il lavoro professionale sia tanto ed anche legato ad iniziative interessanti, non va nascosto che i tempi di studio e di dibattito fra noi sono ristretti. Il danno non è totale e senza possibilità di recupero: “GO&C”, la nostra rivista Gruppi Organizzazioni Comunità, ci ha in parte mantenuti “all’erta”. Anche la  particolarità  di alcuni interventi ha richiesto una concentrazione intellettuale ed un dibattito approfondito a cui hanno partecipato in particolare i soci senior. Non siamo dunque su un percorso in totale opposizione rispetto ai nostri sogni di partenza. E la consapevolezza di trovarci in una situazione critica è certo utile per evitare che le cose peggiorino. Ma c’è anche un’altra considerazione da fare. Arips è un’associazione e come tale comprende soci con diverso livello di appartenenza e di partecipazione rispetto alle proposte che via via  vengono fatte. In tutti questi anni i propositori unici, come forse è anche giusto che sia, sono stati il Direttivo ed al massimo i soci senior. Per il futuro si dovrebbe almeno tentare di modificare la tendenza soprattutto per quanto riguarda l’area culturale. Così in un recente incontro del Direttivo si è deciso che i soci interessati a promuovere iniziative di tipo culturale hanno la libertà di agire, purché organizzativamente in connessione con la segreteria di Molinetto, individuando argomenti, studiosi, ambiti nei quali intervenire. Certo anche in questo caso saranno responsabilizzati i soci più “interni”, ma i volonterosi sono invitati a farsi vivi. “Arisp cultura” vuole tornare ad esistere con maggiore incidenza sulla vita dell’Associazione.

Sul fronte lavoro abbiamo realizzato in quest’anno soprattutto interventi di prevenzione: Progetto GAS Giovani Associati, Progetto Hollywood, ProgettoPAB Arcisate Bisuschio, PRODIGIO – PROgetto Disagio GIOvanile, Prospetthiva – progetto di prevenzione HIV-AIDS; consulenze su progetti in avvio o in atto al Comune di Marmirolo ed alla USSL di Cremona. Per la prima volta nella storia di Arips c’è una totale concentrazione ed in particolare in Lombardia. Tutti i progetti firmati da noi sono in un elenco diffuso dalla Regione Lombardia e, si dice, da essi verranno ricavati gli indicatori di successo di iniziative simili. E’ certamente un privilegio ed un onore per certi aspetti, ma va anche detto che Arips attraverso i saggi di G.Contessa sull’argomento, ha certamente influenzato grandemente il settore diffondendo le teorie della Psicologia di Comunità ed i modelli di intervento nel territorio. Per fortuna ci sono le date di edizione dei volumi a testimoniarlo, benché spesso questo non sia sufficiente a far attribuire i meriti a chi di dovere. Quindi ci pare che sia giusto finalmente avere un riconoscimento, anche se indiretto. Se mai in questi tempi Arips si interroga sull’opportunità di continuare a realizzare interventi di prevenzione primaria, sui quali ha ormai un’esperienza più che decennale (il primo è stato realizzato per la Regione Liguria nel 1982). Poiché ci si voleva occupare di modelli e di prototipi, forse sarebbe utile ridurre l’impegno in questo settore e aprirne altri innovativi.

Ma ecco che Prospetthiva è nuovamente un prototipo ed è un’esperienza che,  crediamo, realizziamo per primi in Italia: trovare un “pacchetto formativo” utilizzabile con adolescenti e giovani ed in grado di influenzare i loro comportamenti rendendoli più auto-protettivi, onde evitare l’infezione del virus HIV che determina l’AIDS. E’ una sfida, ed abbiamo deciso di accettarla coinvolgendo, accanto ai senior, forze giovani e fresche (nostri ex allievi della Scuola Formatori ormai diventati colleghi e che si occupano di formazione in campo psicosociale anche per aziende ed enti diversi da Arips).

Mancano pochi anni al ventesimo compleanno ed occorre attrezzarsi “prevenendo” possibili disagi e predisponendo strategie connesse  con le finalità che perseguiamo. Crediamo che i prossimi mesi debbano essere dedicati al reperimento di risorse. Linfe nuove significano non solo più energia da spendere nel lavoro, ma anche più idee e proposte, una tensione innovativa ed una maggior possibilità di evoluzione e di sviluppo. Stiamo dunque studiando e sperimentando diverse strategie che ottimizzino i tempi di formazione, evitando dispersioni ed insieme  consentano un più veloce utilizzo  sul campo dei “promossi”. Resta sempre aperto il discorso del senso di appartenenza e dell’investimento dei giovani su Arips ed il suo futuro. Tutti sanno che è un problema praticamente irrisolvibile e soprattutto rispetto al quale niente e nessuno può garantire risultati certi. Ma questo è il gioco, che d’altra parte ha avuto inizio nel momento in cui Arips è nata. Il travaglio fra il dentro e il fuori dell’Associazione ne ha caratterizzato a lungo i tempi di esistenza; questo movimento è andato limitandosi, fino quasi (quasi!) a scomparire in questi ultimi anni e forse questa stabilità è uno dei motivi che può spiegare la parziale “caduta di tensione” fra i soci senior. La riduzione delle scissioni ha portato una maggiore tranquillità, forse addirittura eccessiva: non dover più avere a che fare con il sentimento del lutto ha limitato l’investimento energetico di eros per mantenere alte le motivazioni ad appartenere ad un contesto certamente “eccezionale” e per molti aspetti unico. Ma ci siamo accordi del periodo e speriamo con i nostri soci che il 1995 ci porti una fruttuosa carica di adrenalina.