Chat 18/4/2002

Gli interventi senza nome sono del conduttore

<maria grazia> buonasera

<Chiara> Chiara>Buonasera

<maria grazia> salve a tutti

<Paola Ballabeni> buona sera a tutti

> buona sera. I soliti 5' di attesa degli altri?

<Paola Ballabeni> certo

<maria grazia> certo, va bene

<Chiara> chiara>ok

<maria grazia> scusate... mi ero persa... ciao alberto

<alberto motta> ciao maria grazia, buona sera.

<Chiara> chiara>ciao, ben tornato.

> Buona sera a tutti. Vogliamo cominciare? Questa sera il tema è il cambiamento. Spero che anche gli assenti abbiano letto le chat precedenti ed anche le definizioni individuali del concetto di gruppo.

<maria grazia> sì

> Ciò dovrebbe essere utile per discutere su cosa faciliti o al contrario ostacoli il cambiamento. Vi sollecito a muoverVi come nello scorso incontro, cioè mescolando alle riflessioni teoriche anche "esperienze personali".

<alberto motta> si

<Chiara> <chiara>si

<Laura Busti> Buona sera a tutti.

<alessandro motta> ciao atutti

<maria grazia> ciao

<Chiara> chiara>ciao

<alessandro motta> t group?

<Paola Ballabeni> dici per i silenzi?

<alberto motta> il silenzio alleggiò come un spettro notturno

<Paola Ballabeni> vi inquieta? a me serve per irflettere

> Ci siamo quasi tutti. Ripeto il tema: cosa facilita e cosa ostacola il cambiamento (individuale, di gruppo, di comunità).

<Laura Busti> A me invece dipende: quelli del t-group a volte mi rilassavano a volte invece mi innervosivano

<Paola Ballabeni> parto dal cambiamento individuale: devo avere una forte motivazione che mi spinge a cambiare

<alessandro motta> ostocolo principale:la paura dell'ignoto dell'inaspettato del non conoscebile, la paura di laciarmi alle spalle qualcosa di cui pentirmi

<Chiara> occorre desiderare di cambiare, di migliorarsi e talvolta, la paura può spingerci a fare ciò

> Dunque la paura è PRO o CONTRO il cambiamento?

<alessandro motta> pro e contro a seconda della consapevolezza con la quale si gestisce

<alberto motta> dipende, la paura in sè è forse una conseguenza del cambiamento.

<maria grazia> se è paura del cambiamento, quindi di ciò che non conosciamo, per me è un ostacolo o comunque un elemento di resistenza

<Laura Busti> Dal mio punto di vista è spesso contro perchè mi frena anche se comunque è utile perchè mi fa riflettere e non mi fa essere precipitosa

<Paola Ballabeni> dipende dai casi, spesso può generare tensioni e inquietudini che oppongono resistenza al cambiamento a meno che non la si consideri una sfida con sè stessi e con la propria paura

<Chiara> chiara>anche per me la paura blocca, ma se non ascoltassi tali paura non saprei se il cambiamento che voglio innescare può essere utile o meno

<Paola Ballabeni> intendi dire che per te la paura è un indicatore di utilità?

<Chiara> a me è utile poichè se non provassi paura nelle nuove situazioni, non mi sentirei investita nel mettermi in gioco e nello sfidarmi. Le situazioni comuni danno sicurezza, ma non ti aiutano a migliorare ed a scoprirti.

<alessandro motta> io penso che la paura sia un segnale di novità reale, penso anche sia proporzianale all'esperienza che si ha nel cambiamento, leggi si impara anche a cambiare una volta scoperta l'utilità del mutamento in se la paura nella mia vita si presenta come conseguenza di una forte novità, come una restruturrazione dei miei limiti

<maria grazia> pensando a me, ma anche a situazioni di piccolo gruppo, un altro elemento che mi viene in mente è la "pigrizia"

<Laura Busti> E' vero: anche a me capita: a volte è molto più semplice non cambiare e "sprecare" meno energie

<maria grazia> cambiare costa fatica... bisogna rimettere in discussione tutto e cercare altri e nuovi assetti. a volte ci si accomoda sulle situazioni tanto da non riuscire più a modificarle

<Chiara> Secondo me "pigrizia"significa anche adeguarsi ed accettare la realtà perchè poco motivati a cercare in noi ciò che è sconosciuto

<maria grazia> sì, sono d'accordo. la motivazione è sicuramente determinante. io associo la motivazione ai bisogni

<Laura Busti> Io credo infatti che se si accetta la propria persona, con fiducia in sè stessi, ma nello stesso tempo con una forte motivazione al continuo milgioramento, allora il cambiamento è facilitato

<maria grazia> forse più è forte il bisogno: più si è motivati. scusate, mi è sfuggito un invio incompleto

<alberto> la motivazione allora da dove nasce? mi sfugge questo passaggio..

<Paola Ballabeni> da un bisogno, che fa scaturire un desiderio, un obiettivo, e ti spinge verso qualcosa

<maria grazia> secondo da me da bisogni = desideri

<Paola Ballabeni> la motivazione è la pulsione verso qualcosa, il tendere a...

<stefania> buona sera a tutti, mi trovavo già in strada quando è successo l'incidente al Pirellone, scusate il ritardo

<Paola Ballabeni> ciao Stefania

<Chiara> chiara>ciao.

<alessandro motta> ciao

<alberto> sciau

<Laura Busti> ciao stefania, benvenuta tra noi

<maria grazia> ciao

<Paola Ballabeni> speriamo niente di troppo grave questo incidente

<stefania> "solo" un aereo da turismo che ha sventrato tre piani, ma si è temuto un attentato

<alberto> Torno all'argomento in ballo. non mi convince motivazione come pulsione...il desiderio da dove nasce? continuo ad essere incerto

<maria grazia> sembrerebbe di no, ma è comunque sconvolgente...stefy, stavamo parlando di cambiamento. cosa lo ostacola e cosa lo facilita

<Paola Ballabeni> il desiderio nasce da una mancanza se ti manca qualcosa, allora la desideri, (mia opinione)

<alberto> Mi sento totalmente sprovvisto di strumenti teorici ma ho  come l'impressione che la motivazione sia legata al movimento "dell'uovo" come ci è stato mostrato dal sig. Raviola.

<alessandro motta> ma in realtà in che ambito si cambia ? quale sfera di noi muta? abbiamo visto che l'identità muta continuamente a seconda delle relazione non so quindi se io in realta possa mutare

<Paola Ballabeni> il movimento dell'uovo nasce dalle interazionireciproche, penso

<alberto> si ma penso che la motivazione nasca essa stessa dal movimento dell'"uovo"

<Paola Ballabeni> sì certo può essere

stefania> ma la motivazione, non è la parte "razionale" di un desiderio? ossia, io desidero qualche cosa e ne do una certa motivazione?

<Paola Ballabeni> per me a volte la motivazione è del tutto irrazionale

<alberto> ma mi sembra intellettualismo da ante guerra

<stefania> perchè? forse mi sono persa qualche cosa...

<Paola Ballabeni> non è intellettualismo, ci stiamo riferendo a nostre esperienze

<alberto> x Stefania parliamo di cosa hai percepito durante il T-group, andiamo oltre delle razionalizazioni elementari. Il mutamento non si spiega con la razionalità da equzioni matematiche

<Laura Busti> Il tema è quali aspetti agevolano il cambiamento (sia individuale che di gruppo..) e quali invece no

<stefania> grazie a laura e m.grazia (per prima)

<Paola Ballabeni> e noi dicevamo che è necessaria la motivazione

<alberto> se volete proviamo a fere un elenco. Pro e Contro. La nostra mente verebbe di molto rassicurata.

<Laura Busti> Che cosa intendi?

<alberto> Decidiamo intendo, quello che vogliamo fare. Sottilmente esprimo un disaccordo di sensibilità.

<maria grazia> la mia sensazione non era di fare un elenco. stavo pensando a me, alla mia vita, al gruppo in cui lavoro...

<stefania> a cosa? xalberto

<Paola Ballabeni> spiegati, alberto,

<Laura Busti> Anch'io non ti ho capito

<Chiara> chiara>Anch'io

<alessandro motta> cosa intendi sei ermetico

<alberto> scusate sono stato un pò confuso e irruento. però sento un po' di cambiamento in me dovuto alla tensione nel gruppo rivolta ora verso la mia posizione.

<alessandro motta> stai parlando in modo emotivo

<Paola Ballabeni> vorremmo solo capire su cosa sei in disaccordo

<alberto> Sono in disaccordo con un atteggiamento razzionalizante. sono entrato, forse, come dice Allessandro, in un funzionamento più  emotivo.

<Laura Busti> Intendi razionalizzare i motivi del cambiamento?

<alessandro motta> non credi alle categorie scientifiche entro cui rinchiudere la tua vita?

<Paola Ballabeni> ma ti assicuro che dietro a quanto scriviamo c'è un'emozione, almeno per me, perchè ci sono esperienze vissute

<stefania> io non volevo fare equazioni elementari, volevo solo dire, per quel che mi riguarda, che il desiderio è provato a livello emozionale, poi spesso gli do una forma di giustificazione che chiamo  motivazione a fare qualche cosa o ad ottenere qualche cosa per soddisfare questo desiderio

<alberto> d'accordo l'hai razzionalizzato.

<maria grazia> io mi sto perdendo. scusate. anche se razionalissimo, sarebbe una cosa sbagliata o disturbante? la mia sensazione è che re" ciò

<maria grazia> stiamo costringendo i nostri pensieri dentro due categorie

<alessandro motta> &%%$$$%%$£%%

<maria grazia> razionale o emotiva. ci serve?

> stante che l'argomento è complesso e variegato, e che l'incontro non potrà analizzarne tutti gli aspetti, elenco in sintesi le variabili che avete elencato. paura, desiderio, bisogno, motivazione, emozione, razionalità, . .. ma cosa Vi sta accedendo adesso?

<alberto> Stiamo andando molto lontani dall'argomento di questa chat. eppure esprimiamo molto cambiamento. Almeno io sento così.

<maria grazia> (cancellate "re ciò" dal mio penultimo intervento - ho pigiato in eccesso sui tasti

<alessandro motta> intanto non mi è simpatico il V e complesso schiaccere il tasto shift ogni volta

<Laura Busti> Io sento che non siamo fuori argomento e che anche scrivere qui con voi di cambiamento e rifletterci mi coinvolge comunque emotivamente

<alessandro motta> ma l'argomento non era il cambiamento?

<stefania> desideriamo che gli altri capiscano quello che sentiamo (bisogno di condivisione e emozionalità nel tentativo di farci capire) e per questo lo stiamo razionalizzando, per paura di essere tagliati fuori (v. intervento di alberto che ci ha chiesto scusa...

<Laura Busti> Sono d'accordo

<alberto> Non credo, non ho grande interesse ad essere capito. Anzi penso che non mi capiate affatto.

<Laura Busti> Perchè?

<Paola Ballabeni> mentre parliamo, esprimiamo idee, ci sono sempre nuovi stimoli che ci incuriosiscono, ci colpiscono, e questo arricchisce

> Tutto qs., vale solo a livello individuale? Nel gruppo secondo Voi, come funziona?

<alberto> X Laura: sto esprimendo sinceramente me stesso senza altra ragione.

<Laura Busti> Per Alberto: credo che l'importante non sia pensarla tutti allo stesso modo ma avere rispetto per opinioni anche diverse dalle proprie

<alessandro motta> alberto crea movimento, scalpore, probabilmente è l'ignoto per il cambiamento del gruppo

<alberto> cosìè il rispetto? non mi è chiaro il senso in cui usi il termine. Comunque, a livello di gruppo, avere rispetto che cosa significa?

<Laura Busti> Secondo me cercare di avere un atteggiamento assertivo con tutti

<alessandro motta> ma allora Contessa al tgroup dovevamo lapidarlo

<alberto> mi sembra primitivo

<Paola Ballabeni> scusa, ma secondo me il rispetto non è essere assertivi con tutti.....

<Laura Busti> Io intendevo far rispettare le mie idee e nello stesso tempo non criticare chi la pensa in modo diverso dal mio

<Paola Ballabeni> ok

<stefania> se nel non criticare o nel far rispettare le proprie idee togliamo la possibilità di un confronto, non ci sto

<Laura Busti> Io, nella nostra esperienza assieme, ho sentito molto forte, il senso di appartenenza al gruppo e credo che questo sia un forte elemento positivo a favore del cambiameno. Intendo sia cambiamento individuale che di gruppo

<alessandro motta> ma allora come fai a cambiare se nessuno ti riflette criticamente ed innovativamente assertendo sempre?

<stefania> nel confronto e a volte nello scontro possono nascere anche dei cambiamenti interessanti..

<Chiara> chiara>si può avere una spinta, una motivazione al cambiamento nel confronto.(credo)

<Laura Busti> Non intendevo dire che gli altri non mi devono criticare, anzi, un confronto con opinioni diverse è favorevole ad entrambi. L'importante per me è non scontrarsi con insulti, o comunque senza il rispetto reciprioco.

> Ciò che dice Alessandro è uno dei "plus" del gruppo per stimolare il cambiamento. E quindi?

<Paola Ballabeni> il confronto ci offre stimoli nuovi

<stefania> se non vogliamo cambiare, non entriamo mai in contatto con anche solo un'altra persona.

<Laura Busti> Il confronto è utile anche per capire i propri punti di forza ma anche di debolezza. E quando sento questo, sento bisogno di cambiare e di migliorare

<Chiara> chiara>il confronto è uno dei trampolini di lancio che induce al cambiamento.

> Parlate di cambiamento come di un fatto traumatico e doloroso (mi pare di poterlo dire dal "non verbale"), ma il cambiamento riguarda anche comportamenti superficiali e non per questo è una banalità.

<Laura Busti> Mi può fare un esempio di comportamento superficiale?

> Per es. parlare a voce bassa mentre di solito si urla, è un cambiamento che può produrre ulteriori evoluzioni nella vita di una persona e/o di un gruppo.

<Laura Busti> Grazie, ho capito che cosa intende

<alessandro motta> assertiva

<Laura Busti> Non mi prendere in giro

<alessandro motta> smile with me laura

<alberto> x Sberna: anche innamorandosi accade un cambiamento ed è molto piacevole, non vedo il cambiamento come trauma ma lo leggo in senso pieno come fenomeno esistenziale profondo.Trovo che alcuni cambiamenti superficiali siano pericolosi perchè lavorano in superfice creando nuove tensione e nuovi sensi del dovere ..nel profondo...

> Tanti piccoli cambiamenti, però, possono influenzare anche il profondo, la personalità di un individuo. Inoltre questa "procedura" può facilitare il superameto della paura che può paralizzare o della tensione all'omologazione, certo molto di moda in qs. tempi..

<alberto> (ho messo il punto nel senso che avevo finito la frase)

> E' vero che esistono anche i cambiamenti piacevoli, ma chissà perchè (!) pensiamo più spesso alle situazioni negative. Data l'ora.. e le comunità, le folle, le istituzioni, le organizzazioni (insomma i macro-gruppi) possono cambiare?

<maria grazia> con tempi molto più lunghi, tanto lunghi da risultare a volte avvilenti. però io penso di sì: possono cambiare

<stefania> si, se cambiano i micro gruppi e gli individui che li costituiscono...

<Paola Ballabeni> sono d'accordo

<stefania> i tempi di cambiamento sono poi un punto di domanda

<maria grazia> ci sono più passaggi, l'uovo è più grande e le varie "parti" fanno più fatica a "contaminarsi"

<alessandro motta> perchè ci hanno diseducati all'armonia, all'amore ingabbiati al dovere all'obbedienza alla raginevolezza al raggiungimento a tutti costi di un obbiettivo mi vien da vomitare

<alberto> rispondo X Sberna all' affermazione precedente: credo che dipenda dalla fluidità interna ad una persona, per parafrasare il prof. Raviola, l'elasticità del sè. Perciò se un "sè" è rigido spesso legge il mutamento come dolore

<stefania> o è perchè il dolore ci rimane più impresso,almeno a breve termine, delle situazioni di felicità? penso alla morte di una persona cara: il primo ricordo spesso è un miscuglio di momenti belli e brutti, poi con tanto tempo (molti anni) ti rimangone le espressioni belle, i momenti di felicità, le sensazioni gradevoli che hai vissuto con la persona cara.

<alessandro motta> chiara chiara chiara dove sei?

<Chiara> chiara>il silenzio,significa anche riflettere per cambiare. Ci sono, sto meditando.

<maria grazia> la percezione del cambiamento come dolore a mio avviso dipende dalla sensibilità di ognuno, non dalla rigidità. per me ogni cambiamento, anche se bello, è il risultato di un percorso: e in ogni percorso si sceglie una strada e contemporaneamente si rinuncia a mille altre strade possibili

<Laura Busti> Tu parli comunque di cambiamenti importanti: Credo che, nel cambiamento di un macro gruppo contino molto anche i piccoli cambiamenti di ognuno e comunque la perseveranza

<maria grazia> sì, pensavo a cambiamenti molto importanti

> Anche qs. chat mi è parsa interessante, ma l'ora sta scadendo. E io ho una proposta articolata... Poichè si chiude il seminario con qs chat, io mi impegno (entro la prossima settimana) a darVi feed back sulle Vs. definizioni di gruppo e ad aggiungere una bibliografia ed una pagina conclusiva del seminario.. e Vi chiedo in cambio qualche riga di commento al seminario e alle metodologie usate, magari dopo aver letto il mio pezzo.

<Laura Busti> Per me va bene

<alberto> bene

<stefania> ok

<Paola Ballabeni> benissimo

<maria grazia> d'accordo

<Chiara> chiara>ok

<alessandro motta> ok ciao a tutti baci eabbracci

<Paola Ballabeni> il pezzo lo troveremo al solito posto, nei materiali?

> Diciamo entro fine mese mi aspetto Vs. e-mail di valutazione. Ovviamente tutto il materiale mio sarà al solito posto.

<Laura Busti> O.k.

<stefania> ok

<maria grazia> ok

<Chiara> chiara>ok

<Paola Ballabeni> va bene

<alberto> buona notte notte notte notte e sogni di cambiamento! Grazie per l'esperienza virtuale...arrivederci.

> E' stato un piacere lavorare con Voi. Grazie per l'attenzione e la disponibilità. Arrivederci.

<stefania> buona serata

<Paola Ballabeni> buona serata a tutti

<alessandro motta> bye

 

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