Teoria della formazione psicologica - 30 novembre 2001

1 Unità

> buongiorno

<Luciano> buongiorno

<Luca> buongiorno

<Luciano> ciao Luca

<Luca> ciao luciano siamo i p ciao elena

<Elena> Buongiorno a tutti!

<Luciano> ciao Elena

<Elena> Come stanno i vostri computer?

> buongiorno, aspettiamo ancora qualche minuto per consentire altri collegamenti

<Sara> Saluti tutti

<Luca> ciao sara

<Roberto> Un saluto a tutti

<Elena> Ciao Sara e Roberto!

<Luca> ciao roberto

<Luciano> cuaio a tutti. ciao a tutti

<Luca> ciao katia

<katia> buongiorno a tutti

<Sara> ciao Katia

<Elena> Ciao Katia!

<Roberto> Ciao Katia

> avete notizia se qualcuno non verrà in chat?

<Sara> si, Rossella e Lucia per buona parte della giornata

<Elena> Fabrizia non verrà

<Luca> lucia più tardi

<Roberto> So che oggi non ci saranno Fabrizia e Rossella

<katia> penso che Rossella non ci sarà

<luciano> vi avevo perso

<Sara> Qualcuno ha notizie di Verusca?

<Luca> manca verusca

<luciano> no, io non ho notizie

<Roberto> Neanch'io

<katia> neanch'io ho notizie sembra che siamo un po pochini

> direi che potremmo iniziare il nostro lavoro; buongiorno nuovamente a tutti. Sono ferruccio Cavallin e oggi lavoreremo sul tema della Teoria della formazione psicologica ho visto i vostri report relativi ai testi e alle letture. Il materiale che avete elaborato ci sarà utile per il lavoro di oggi mi sembra che manchi solo Veruska

<Luca> si

> alcune informazioni sulla giornata...

<Elena> ci siamo?

<luciano> si

> Gli obiettivi di lavoro sono sostamzialmente due: esplorare le dimensioni concettuali della formazione psicologica; incrementare le conoscenze sul tema attraverso attività di scambio

<Sara> Si

<Roberto> Si

<katia> si

<Elena> Scusate, non so se sono connessa.... dove siete?

<katia> si Elena ci sei

<Sara> qui..

<Elena> Sono tornata?

<Sara> si

<luciano> si, elena

> sono arrivati a tutti gli obiettivi del nostro lavoro?

<Sara> si

<Elena> Scusate, ma mi ero persa.......

<Roberto> Si

<katia> si

<Elena> no

<Luca> si

<luciano> si

<Luca> esplorare dimensioni concettuali della formazione psi e scambio

> qualcuno vuole riassumerli per Elena?

<Sara> sembra che Elena si sia sconnessa nuovamente

<luciano> esplorare i concetti della formazione psicologica....

<Elena> ora ci sono

<Sara> ti sono giunti gli obiettivi della giornata?

<luciano> e attività di scambio su questo tema.

> il metodo di lavoro che vi propongo è questo: simulare la costruzione (solamente per la parte di testo) di un sito che illustri che cos'è la formazione psicologica

<Elena> Grazie Luciano. Sara, forse ho avuto problemi con i virus....la mia posta era impazzita. Va bene, Dott. Cavallin

<Sara> Ok

> questo significa che dovremo scegliere e minimamente articolare i contenuti del sito. Questo in base alle letture che avete fatto e alle vostro esperienze attivate finora alla Scuola formatori o altrove

<katia> si

<Roberto> Ok

<luciano> ok

<Elena> ok

<Luca> bene

<katia> ma tutti un solo sito o ciascuno il suo sito?

> tutti un solo sito, realizzato assieme con il contributo collettivo

<katia> ok

<luciano> bello, ma come?dott. Cavallin

> è necessario che qualcuno si asuma il ruolo di "sintetizzatore". Con il nostro aiuto raccoglierà le informazioni sintetiche e alla fine della giornata avremo un testo articolato da spedire anche agli assenti. Chi si offre?

<Roberto> Lo faccio io

<Sara> Grazie Roberto

> bene...

<luciano> ok, roby

<katia> grazie Roby

<Elena> grazie Roby

<Luca> grazie

> allora, prima questione: dovremmo stendere l'indice dei capitoli di questo sito. Quali macro argomenti inserireste? Ne suggerisco alcuni, ma attendo il vosyro contributo: Che cos'è la formazione (una definizione di sintesi?): una o più teorie di riferimento (Lewin?), una teorie dell'apprendimento; le fasi del processo formativo... (continuate voi..)

<katia> i propongo i settori di applicazione , i campi, le aree di intervento della formazione psicologica

> bene

<Luca> le capacita' psicologiche

<Sara> Il mercato della formazione psi

> ok

<Elena> gli "attori" della formazione psi

> e, aggiungerei, il loro rapporto

<luciano> i ruoli professionali nella formazione psicologica

<Roberto> Vi interrompo per comunicarvi che verusca sta tentando di connettersi ma ha difficoltà

<katia> possiamo aiutarla in qualche modo?

<Roberto> Non penso

<Luca> le tecniche della formazione

<katia> potremmo anche dedicare uno spazio alla formazione dei formatori

<Sara> Gli utenti (o clienti?), il reperimento dei fondi

<luciano> una teoria di riferimento potrebbe essere quella dei gruppi di apprendimento

> andiamo con ordine..

<Elena> potremmo dedicare uno spazio all'esperienza della formazione on line...

<Sara> Uno spazio dedicato alla letteratura del settore

> facciamo una prima sintesi degli argomenti per non mettere troppa carne al fuoco (abbiamo solo una giornata :-) il sintetizzatore è in grado di fare l'elenco dei punti emersi?

<luciano> ciao veru

<katia> ci sei Verusca?

<Elena> ciao Veru!

<Luca> ciao stiaomo costruendo un sito sulla formazione psi

<Sara> Ciao Verusca, stiamo tentando di abbozzare un "sito" sulla

formazione in base a quanto appreso dalle letture

<Roberto> Siamo partiti da definire cos'è la formazione con def. di teorie di riferimento e apprendimento; fasi del processo formativo e attori in gioco con studio dei rapporti innescati... , analisi delle skills,studio delle aree di intervento, utenza, mercato, possibilità di ampliare a formaz. formatori e formazione in rete. Spazio possibile alla documentazione e alla letteratura sultema

> bene. Direi di tenere questi temi che definiscono la struttura del sito.. ora proviamo a concentrarci sul primo: proviamo a costruire una definizione di formazione?

<katia> a me viene in mente la classica defini zione in cui la formazione è un intervento attraverso il quale, con varie tecniche, si attuano dei processi di apprendimento e quindi cambiamento

<Roberto> anch'io stavo pensando ad una def. del genere

<luciano> formazione come capacità di apprendere ad apprendere

<Sara> La formazione psi è la madre di tutte le formazioni; è una formazione "atipica" in quanto priva di contenuti "oggettivi"

<Luca> insieme di interventi verificabili con i quali si sviluppano le capacità

<Elena> utilizzo di tecniche che arrivano alla psicologia dell'utente (destinatario)

<katia> dovremmo sottolineare la diversità della formazione psi rispetto alle altre (quali capacità sviluppa per es.)

<Sara> La formazione psicologica è paragonabile all'alfabeto, dal quale si parte per costruire il possibile

> quindi potremmo dire che è un processo pianificato per produrre un cambiamento attraverso l'apprendimento

<Sara> si!

<luciano> La formazione psicologica attraverso delle tecniche riesce a far riflettere l'utente su di sè, i suoi problemi relativi all'apprendimento

<Luca> mi ha rubato le parole :)

> time out: Roberto è in grado di fare una prima sintesi, cogliendo gli aspetti rilevanti emrsi finora?

<Roberto> Ottimo; ne sta uscendo una definizione di formazione come processo pianificato per produrre cambiamento attraverso l'apprendimento, incentivando una capacità dell'apprendere ad apprendere. Sta uscendo una particolarizzazione...

<Roberto> ...della formazione psicologica come formazione priva di contenuti "oggettivi", ma come base di tutti i modelli formativi contenutistici

> bene: Seppure non esistono contenuto "oggettivi", tuttavia è anche vero che la formazione si occupa dell'acquisizione di competenze, di skills. Forse dovremmo spiegare anche questo

<Roberto> faccio un po' fatica a concentrarmi sul contenuto della nostra discussione e nel frattempo sulla sintesi di ciò che si sviluppa,

<Sara> Non preoccuparti, prenditi tutto il tempo che ti serva

<Luca> mi sembra che vai bene robi

> non precoccuparti di riportare "tutto". Stai facendo un buon lavoro

<luciano> va bene roby

<Elena> ottimo Roby!

<Roberto> mi sembra stia uscendo una visione della formazione psicologica come base degli altri iter formativi

<Sara> E' lo sviluppo di competenze trasversali verificabili in un determinato campo di azione

<Roberto> sono d'accordo sulla tua sintesi

<Sara> forse dovremmo fare accenno all'empatia, all'estroversione, alla lettura dei segnali deboli, alla capacità di cogliere "la forma"

<luciano> alla capacità di comunicare

> questi sono particolari tipi di competenze trasversali. Proviamo a darne una definizione più generale

<Roberto> Non rientra in qualche modo nell'analisi delle Skills?

<Luca> sono capacità di svolgere un lavoro e quindi verificabili

<Elena> Sara, stai facendo riferimento alle Skills (competenze operative specifiche). Noi ci possiamo concentrare sulle skills che contengono gli elementi a cui accenni tu

> per esempio competenza come elementi interni al "confine" che delinea l'azione di un operatore

<Sara> Le competenze trasversali sono competenze di tipo psicologico, che prescindono dai contenuti. Le compenze hanno a che fare con il "saper essere" dell'operatore.

<katia> anche per me la competenze psicologiche sono immateriali ma sono quelle che permettono che si " faccia " nel concreto un'azione formativa

<Luca> perchè trasversali?

<Sara> perchè sono come il prezzemolo : )

<Elena> Bhé, un pò di competenze teoriche ce l'hanno anche i formatori

<katia> perchè se hanno a che fare con il saper essere impregnano tutte le azioni (non si può non essere)

<luciano> anche io sono d'accordo che sono le premesse affinchè si sviluppa un saper fare

<Roberto> E ripensando ai libri che abbiamo letto possono essere anche verificate proprio sul riscontro dell'azione stessa

<katia> non in maniera sequenziale o immediata però

<Roberto> forse più con una sorta di modello a scatola nera

<Elena> vuoi dire scatola cinese, Roby?

<Luca> ?

> come vedete dal dibattito, esiste una certa imprecisione sul concetto di capacità psicologiche, anche in letteratura

<Roberto> pensavo più a qualcosa di cui fai fatica a delineare perfettamente il contenuto ma di cui puoi valutare bene gli ingressi e le uscite

<Sara> La formazione comunque, ha un alto grado di aleatorietà

> questo è uno degli aspetti di ambiguità della professione di formatore. Ci occupiamo di formazione psicologica, produciamo risultati, senza aver chiaro di cosa parliamo mi sembra che il contributo di Roberto riassuma qusta situazione

<Elena> Mi sembra che invece di una definizione positiva, sia più facile descrivere al formazione attraverso al definizione dei suoi confini, ovvero cosa si fa "dentro" la formazione psi

<katia> o potremmo darne una definizione al negativo : cosa non è la formazione psicologica

<Elena> Oggi ho problemi con gli articoli.....

<katia> scusate volevo dire cosa non è la formazione psi

<Sara> è un pò difficile escludere tutti i casi in negativo..

<Roberto> Anch'io lo vedo complicato

<Luca> katia così è troppo ampio

<katia> ok

> non dobbiamo definire la formazione. Stavamo ragionando sul concetto di competenze psicologiche. E' su questo tema dove esiste ancora incertezza

<Roberto> Veruska ci sei? Hai una idea di cosa stiamo discutendo?

<veruska> stò cercando di capire

<Roberto> In effetti stiamo girando in loop tra una def. di formaz. psi e il concetto di competenze

<Sara> Partendo da un obiettivo x ci si aspetta un risultato x1 che è dato dall'intenzionalità dell'azione. Le competenze servono per arrivare a questo risultato?

> direi di si e la formazione è il modo per acquisire le competenze

<luciano> quindi le skills possono essere definite come quello che accade ad un utente all'interno di un percorso formativo

<Luca> sono legate all'essere e quindi alla personalità

<veruska> quello che accade dentro di sè

<Sara> secondo me no. Le skills sono abilità acquisite per mezzo della formazione, mentre il cambiamento interno è un processo

<Roberto> Sono d'accordo con Sara

<katia> secondo me non solo all'essere ma al saper essere, una specie di training, allenamento dei propri tratti di personalità

<Elena> in un dato momento storico, Verusca

<veruska> ma l'acquisizione non è successiva ad un cambiamento interno?

<katia> secondo me le skills le hanno tutti chi più chi meno allenate

<Luca> L'aquisizione è un processo, fare entrare ciò che è esterno

<veruska> la formazione psi stimola i processi, no?

> roberto, possiamo ipotizzare una descrizione, seppure "aperta" del concetto di capacità psicologica da inserire nel sito?

<Elena> Sono d'accordo, Katia. Aggiungo che le skills sono tante quante ciò che ogni giorno una persona fa

<Roberto> Stavo proprio cercando di formularla...

<katia> però vorrei dire che possono essere migliorate o rese consapevoli

<Sara> le skills hanno a fare anche con competenza in un settore (capacita)

<Elena> Certo, Katia

<luciano> anche quello che stiamo facendo adesso, cioè l'utilizzo del pc, è una skill

<veruska> credo che le skills siano capacità diverse che mi permettono di affrontare le diverse situazioni che la vita ci pone

<katia> scusate la domanda poco pertinente ma è per caso previsto un intervallo? serve il telefono

<Roberto> Le skills come competenze, abilità acquisibili o sviluppabili attraverso la formazione, che permettono il passaggio da obbiettivo a risultato, intendendo per risultato come promozione di un cambiamento. Che ne dite?

<veruska> si, luciano ma secondo me le skills psi sono più "trasversali"

<Roberto> Scusate l'italiano penoso

<Sara> si!

<Elena> Si, Luciano, però per il nostro compito dovremmo identificare delle skills ancora più generali (cioè comuni a più operazioni)

<Luca> va bene robi

<Elena> Si, Roby!!

<katia> vorrei chiedere al trainer se è previsto un intervallo altrimenti dovrò disconnettermi per qualche minuto

<luciano> ok roby

> si adesso facciamo la pausa e ci ricolleghiamo tra mezz'ora. Per il momento teniamo buona la sintesi di Roberto. A dopo

 

2 UNITA'

 

<luciano> salve

<katia> ciao

<Luca> ciao

<katia> siete riusciti a salvare?

<Luca> si grazie

<luciano> si

<katia> ok

<Luca> ciao

> Riprendiamo il lavoro. Per il nostro sito abbiamo elaborato il concetto di formazione e quello di competenze. Su quest'ultimo aggiungerei, riprendendo un concetto di Matte Blanco, che le capacità sono dei contenitori aspecifici, le skill sono poteri più operativi

<Elena> Ciao

<katia> ciao

<veruska> quale sito scusate?

<Luca> come Agnoli : hability e skills

<katia> dobbiamo simulare la costruzione di un sito di formazione psicologica e noi elaboriamo i testi oggi

<Elena> Stiamo simulando la costruzione di un sito che illustri cos'è la formazione psicologica, Veru

<veruska> perfetto grazie

<katia> io pensavo fossero sinonimi in due lingue diverse

<luciano> ciao roby

<Luca> "potere mentale"e "abilità pratica"

<veruska> quindi secondo blanco le skills rientrano dentro alle capacità?

<Roberto> Un saluto a tutti

<katia> ciao

<Elena> ciao

<veruska> ciao r.

<luciano> quindi le capacità come contenitori

<katia> capacità come disposizioni personali?

> potremmo integrare questi ultimi concetti nella nostra definizione del sito, si tratta di ipotesi esplicative che potremmo considerare valide provvisoriamente

<Roberto> Ho la sensazione di essere entrato a discorso iniziato. qualcuno può fare una sintesi per me, così la integro nella sintesi totale

<Luca> ciao Robi stiamo distinguendo: capacità come contenitori aspecifici e skills come abilità pratiche

<Roberto> grazie

> roberto, riusciamo ad integrarle nella precedente definizione?

<katia> a me piace pensare che le persone siano " piene" di capacità che non conoscono e che la formazione sia "illuminante" potrebbe essere un modo di vedere la cosa

<Elena> presunzione di bellezza, come dice Contessa.....

<katia> bicchiere mezzo pieno..

> potenzialità inconsapevoli ed insepresse

<Luca> se non le asprimi non le hai

<katia> giusto

<luciano> le capacità tutti le posseggono, la formazione le sviluppa

<veruska> magari le hai ma non utilizzi le skills idonee

<Sara> scusate, ma solo ora sono riuscita a connettermi

<veruska> ciao

> se riusciamo a sintetizzare le ultime considerazioni per il sito aggiorniamo anche Sara

<katia> ciao S

<luciano> ciao sara

<Elena> Ciao Sara

<Roberto> Possiamo allora dire: le capacità possono essere considerate dei contenitori aspecifici e le skills delle abilità pratiche che...

<Sara> che..

<Roberto> che permettono il passaggio da obbiettivi a risultato, intendendo per risultato la promozione di un cambiamento. La formazione rende espresse, consapevoli o sviluppabili queste capacità

<Sara> Grazie!

<Elena> perfetto, direi!

<luciano> ok, d'accordo

<katia> hai il dono della sintesi

<veruska> ok,stò pensando ad un esempio concreto se voglio imparare a gestire l'ansia (capacità)......le skills potrebbero essere tecniche di autostima?

<Luca> es. capacità logica è aspecifica

<katia> penso che non saper gestire l'ansia è l'assenza di una skill le tecniche di autostima sono gli strumenti per svilupparla

<Sara> ma da che ruolo la vedete? dalla parte del "cliente" o del formatore?

<Roberto> La penso come katia, anche per me le tecniche di autostima sono strumenti, gestire l'ansia è invece una skill

<Luca> penso di si robi

<luciano> e la capacità qual'è?

<veruska> se la gestione dell'ansia è una skill qual è la capacità che la contiene?

<Roberto> Bella domanda...thinking...

<Elena> Ce ne può essere più di una...

<katia> la capacità generale di sopportare e gestire situazioni non piacevoli anche non ansiogene

<katia> muoversi nel reale

<Roberto> unmodello comportamentale?

<Sara> Il formatore, se ha come obiettivo di provocare un incremento di gestione dell'ansia (cambiamento) deve possedere delle skills che gli permettano di svolgere il suo compito...

> le skill posso modificarle direttamente attraverso la formazione e quindi con l'uso dei metodo della formazione è fondamentale, tuttavia, inquadrare l'azione del formatore in una teoria di riferimento.. è questo uno degli altri temi da inserire nel sito. C'è qualche suggerimento?

<Luca> lewin

<Roberto> lewin mi pareesssere la base condivisa

<Elena> Si

<Luca> tutti partono da Lewin

<Sara> non credo che tutti partano da Lewin

<luciano> anche io credo che vi sono diverse teorie

<Luca> inteso come fondatore

<luciano> quelle di Lewin mi fanno venire in mente il piccolo gruppo

<Roberto> Decisamente, ma mi sembra che il nostro pto di partenza sia Lewin

<Luca> poi il percorso diventa complesso

<Sara> ricordo i gruppi di Rogers, la Scuola di Palo Alto, la psicanalisi

> Vi sono differenti teorie per spiegare il cambiamento: la psicolanalisi, per esempio dà interpretazioni differenti dalla psicologia sociale o dall'antropologia

<Roberto> Intendevo dire che in effetti non tutti partono da lewin, ma è il nostro "tessuto" condiviso

<Luca> ma l'intuizione iniziale sul gruppo è di Lewin

<Sara> forse prima dovremmo disaminare anche altro

<katia> potremmo portare dei cambiamenti e allargare le nostre basi teoriche formulare un approccio originale

<Luca> come quello che stiamo facendo

<Elena> Scusate, mi ero persa....

<Sara> Moreno e lo psicodramma, la pedagogia non direttiva

<luciano> stavamo dicendo che vi sono diverse teorie per spiegare i processi di cambiamento,elena

<Luca> la nosta scuola parte da lewin ma poi si arricchisce di altri contributi

<Elena> Grazie!

<Sara> certo, ma non facciamo subito i partigiani? Conosciamo le altre teorie? Io al momento sono un pò confusa

> dovremmo distinguere tra teorie generali o euristiche (che spiegano quesiti centrali e sono modi di pensare); un secondo tipo di teoria è "semantica" , divulgativa; infine ci sono le teorie operative, i modi di fare. Credo che Lewin possa essere un buon punto di partenza per il primo tipo di teorie

> per esempio, qualcuno si sente di illustrare il cambiamento attraverso la teoria del campo?

<Sara> ci provo io?

> vai

<Sara> parte dall'intuizione avuta da Lewin relativa allo spazio vitale del soldato in guerra il suo campo (del soldato) è molto ristretto tutto è una possibile minaccia mentre in situazioni normali il campo "si allarga" è una teoria "topologica" il campo è in qualche modo anche il contesto ogni azione e ogni fenomeno va inquadrato in un contesto può essere? il cambiamento avviene facendo entrare nel campo un elemento nuovo, che sconvolge la struttura iniziale che va inserita "digerita", per poi cristallizzarsi nuovamente è un processo continuo e faticoso che tende all'economia

<Roberto> Quindi più il campo è piccolo più è difficile l'inserimento della variabile di cambiamento

<Luca> tre fasi del cambiamento:scongelamento-cambiamento- ricongelamento

<Elena> Se aumenta il campo possono aumentare i cambiamenti

<katia> si ma in un campo troppo grande non si avvertono i cambiamenti

<luciano> più si allarga il campo , più si avviano processi di cambiamento

<Elena> o quantomeno le possibilità di cambiamento

<Luca> per le attrazioni e repulsioni che si generano

<Sara> secondo me tanto più il campo è largo tanto più ho una visione aperta che mi permette di cogliere la portata dei fenomeni

> possiamo considerare che tutti i mutamenti sono dovuti a forze orientate che producono mutamenti

<Roberto> non riesco a vedere questo allargamento campo - possibilità che si perda il segnale di cambiamento

> il campo è un insieme di forze legate alla persona e anche al contesto

<veruska> con un legame di interdipendenza

<Luca> vede il campo come intero e non solo la somma di parti

<luciano> se il campo è troppo vasto non credo che si avvertono i cambiamenti sulla persona

> rispetto all TdC recupererei questi concetti: l'intero è diverso dalla somma delle parti; il comportamento dipende dalla persona e dal campo di forza, il campo è soggettivo ed oggettivo, il campo esiste nel tempo presente; queste sono le caratteristiche teoriche che rendono differente l'approccio psicologico da quello, per esempio, della psicoanalisi, per cui il cambiamento dipende dalla consapevolezza del proprio passato

<luciano> il campo può essere pensato anche come sistema?

> è un sistema di interdipendenze in cui più che le parti in sè, valgono le relazioni tra le parti

<Elena> le relazioni sono cariche anche dei vissuti di ognuno, di cui si può essere consapevoli o meno....

> bisogni, desideri del singolo fanno parte del campo

<Luca> qui e ora

<Elena> quindi campo e relazione possono in parte coincidere?

> le relazioni sono forze che incidono sulla strutturazione del campo

<catia> scusate ma mi si è sidconnesso il computer disconnesso ci siete?

<Luca> si

<Sara> si

<luciano> si

<Elena> si, ci siamo

<Roberto> come un campo di cariche elettriche; si , ciao Katia

<veruska> si

> Roberto, riusciamo a fare una prima breve sintesi?

<Roberto> Sì...

<Roberto> Siamo partiti dalla considerazione della teoria lewiniana come teoria euristica di partenza, per analizzare il concetto di cambiamento attraverso la teoria del campo, campo inteso come un intero diverso dalla somma delle parti, sistema di interdipendenze in cui più che le parti in sè contano le relazioni tra le parti

<veruska> provo a darti una mano..

<Roberto> le relazioni sono le forze che agiscono sulla strutturazione del campo

<Luca> veru robi èil sintetizzatore di gruppo

<Roberto> campo come qualcosa che esiste nel presente e che è fatto di soggettività e oggettività

> siccome l'argomento è importante e complesso direi di dare una mano al sintetizzatore se vi sembra di dover integrare

<Roberto> Questo concetto di campo sembra essere il pto di partenza condiviso per l'impostazione della nostra azione formativa

<luciano> quindi il campo cambia di volta in volta

<Sara> vai Verusca!

<veruska> nel campo sono presenti più fatti interdipendenti tra loro, quelli più propriamente interni alla persona, quelli legati all'ambiente esterno (informazioni, persone..), quelli prodotti dall'azione; esiste una regione di frontiera di interscambio

<Luca> oggettività e soggettività?

<luciano> intendi dire anche la personalità del soggetto, veru?

<veruska> si, il comportamento è in funzione di questo continuo e dinamico interscambio..

> mi sembra che il contributo di Veruska abbia aggiunto precisazioni che chiariscono meglio questa Teoria di riferimento per il cambiamento e quindi per la formazione

<Roberto> Grazie veru

> Roberto, possiamo integrarla nel tuo lavoro

<Roberto> vabene

> ?

<veruska> figurati

> voi capite che, se assumiamo questa come teoria euristica di riferimento, ne consegue che l'azione del formatore sarà influenzata anche sul piano operarativo. Vi vengono in mente alcune possibili conseguenze?

<Sara> il numero dei soggetti da immettere nel campo, per tenere sotto controllo le dinamiche

<luciano> intanto viene influenzato dalla relazione con l'utente

<catia> il fatto che la presenza stessa del formatore modifica il campo

<veruska> il contesto, setting

<Luca> vedere l'insieme, le dinamiche e i processi

<luciano> lui stesso è un agente del cambiamento

<catia> introdurre elementi di cambiamento

<Elena> il ruolo del formatore non è pedagogico...

<Sara> non ne sono così sicura... anche la maieutica è pedagogia

<catia> il ruolo è pedagogico lo stile non pedagogico

<Elena> Katia ha reso ciò che volevo dire

> anche quella pedagogica è una teoria euristica di riferimento, che origina operatività diverse da quelle che stiamo analizzando Roberto, prima di chiudere l'unità, riusciamo ad avere una sintesi per il sito?

<Luca> non guardiamo tanto i contenuti ma i comportamenti

<Elena> in che senso, Luca?

<Roberto> Ci stavo lavorando; la nostra teoria euristica di riferimento è la teoria lewiniana

<Luca> le relazioni, le dinamiche

<Sara> io non credo che il formatore debba stare (solo) alla finestra

<veruska> se stesse alla finestra sarebbe un insegnante

<Roberto> Partiamo da una concezione di campo fatto di parti caratterizzate da diverse sfere:

<Elena> No, Sara. Il formatore stimola, sollecita, provoca ma non impone

> vi propongo di chiudere qui l'unità. Inizieremo alle 14 con la sintesi di Roberto e i vostri altri commenti. Saluti

<Roberto> Ok. A dopo

<veruska> buonappetito

<luciano> ciao a tutti

<Luca> ciao a tutti

<catia> ciao buon appetito

 

 

3 UNITA'

<Elena> Si, molto.

<Luca> ciao

<Sara> ciao

<Elena> salve a tutti!

> buon pomeriggio. Se è disponibile una sintesi di Roberto sul tema "teoria di riferimento" potremmo vederla

<luciano> ciao a tutti

<Sara> hi!

<Luca> ciao

<Elena> ciao Lux, ciao Veru e Katia

<verusca> saluti a tutti

<Sara> ciao

<Roberto> Ecco il mio prodotto: La nostra teoria euristica di riferimento è la Teoria Lewiniana. Partiamo da una concezione di campo, che è teatro e oggetto del cambiamento, come costituito da parti in relazione tra loro. Il campo come intero è qualcosa di più della somma delle singole parti. Si stabilisce un sistema di interdipendenze che legano eventi interni alla persona, i fattori legati al contesato, all'ambiente esterno,i prodotti delle azioni. Quetse interdipendenze mutano istantaneamente e in modo continuo e dinamico la frontiera di interscambio che è luogo di relazione. il comportamento è funzione di questo interscambio dinamico. in tal modo più che le parti vengono a contare le relazioni tra queste.

<katia> ciao a tutti

<verusca> wow!

<Elena> grandioso!

<Luca> sei una imballatrice di fieno

<katia> molto chiaro e preciso

<luciano> uuaaahhhooo, va bene

<Sara> granitico...

<Roberto> Ho cercato di riorganizzarmi un po' le idee; grazie a tutti!

> bene, abbiamo meso a fuoco il terzo punto del nostro sito. Potremmo continuare il lavoro concentrandoci su sul processo della formazione

<Luca> cosa intendiamo per processo? le tecniche?

<katia> per processo si intendono le varie fasi ( progettazione, valutazione etc.)?

<Roberto> penso allo sviluppo di tutto l'iter

<katia> quindi dovremmo iniziare a parlare di obiettivi...

<luciano> penso al processo come ad una serie di fasi

<Elena> il processo è una serie di eventi concatenati, le tecniche si usano per provocare, orientare un processo

<verusca> anch'io lo vedo in questo modo: tappe, fasi

<Luca> ok

> per produrre un cambiamento (scopo della formazione) è necessario attivare una serie di "azioni" o fasi queste devono essere coerenti tra loro e con la teoria di riferimento adottata dal formatore

<Roberto> e per attivare azioni penso sio debba valutare i bisogni prima degli obiettivi

<luciano> bisogni degli utenti, roby

<Roberto> sì

<Luca> analizzare la situazione di partenza

<Elena> il formatore utilizza le tecniche della formazione (che toccano il mondo interno dell'utente) per attivare azioni volte al cambiamento

> situazione in cui si rileva un "gap", una discrepanza tra ciò che si desidera e ciò che invece avviene da dove si origina il processo formativo?

<katia> dal bisogno

<luciano> dal desiderio

<Sara> dal desiderio di acquisire nuove competenze

<verusca> dall'approccio

<Roberto> da un malessere o da un desiderio

<Luca> dal desiderio

<Sara> dalla motivazione all'apprendimento

<Elena> dal bisogno, ma non sempre lo si identifica...

<katia> ma come si fa a desiderare la formazione se prima parlavamo di inconsapevolezza del soggetto delle proprie capacità?

> bisogni, desideri, malesseri esprimono la situazione in cui qualcuno ipotizza la necessità di intervento per modificare lo stato di cose

<Sara> forse dall'analisi di un contesto

<katia> chi decide che bisogna modificare la stato delle cose?

<verusca> io credo che si stia parlando del processo formativo che prenderà sostanza nel momento in cui si entra in aula

<Roberto> forse il pto è proprio il sentire una mancanza e quindi ricorrere a qualcosa che la riempia. La formazione aiuta a riempirla utilizzando risorse personali ma non esplorate

<luciano> dalla consapevolezza o inconsapevolezza che è necessario cambiare qualcosa

<Sara> credo che bisogna rilevare una "domanda" per arrivare "all'offerta"

<katia> non sempre l'approccio alla formazione è spontaneo o soggettivamente determinato molte volte è imposto o casuale

<verusca> cosa vuoi dire K?

<Roberto> la questione del rilevamento della domanda non è da poco in effetti

<katia> che non sempre si conoscono i propri bisogni formativi e molte volte dobbiamo fare formazione in cose di cui non abbiamo bisogno

<Elena> anche arrivare alla consapevolezza di un bisogno può essere un esito della formazione?

<luciano> però la domanda non è sempre espressa in modo chiaro

<Sara> noi perchè abbiamo chiesto formazione? chi è il cliente?

> questo porta alla differenza tra Utente (che necessita della formazione per cambiare) e Committente, cioè chi decide di fare la formazione. Non sempre i due attori coincidono

<luciano> in generale non coincidono, ma nel nostro caso si

<verusca> è un problema di comunicazione tra utente e commitente

<Elena> Luciano, non ho capito

<Luca> che va inserito in una situazione sociale più ampia

<luciano> l'utente e il committente di solito non coincidono........

<Elena> si...

<Sara> scusate ho un problema. Noi allievi siamo utenti e committenti?

<Roberto> Penso di sì

<katia> noi che siamo gli utenti per es siamo anche i committenti della nostra formazione perchè l'abbiamo chiesta noi

<luciano> ma nel nostro percorso, l'utenza e committenza coincidono

<verusca> appunto, è questo che mi confonde. io direi utenti volontari

<katia> non ci è stata imposta da nessuno l'abbiamo cercata e comprata da soli

> quindi la rilevazione dei bisogni (analisi dei bisogni) che è la prima fase del processo, come la attivo?

<Roberto> Monitorando il contesto sul quale voglio operare

<Sara> statistiche, attenzione al mercato, buchi e disfunzioni del sistema

<katia> usando strumenti per rilevare elementi funzionali e disfunzionali dello stato delle cose

<Luca> da una serie di analisi: dalla società alle statistiche più particolari

<Elena> Io ho cercato la formazione dopo averla assaggiata per caso e aver scoperto che mi piaceva, mi serviva .....

<luciano> rendendo consapevole il committente o l'utente del desiderio, del bisogno di formazione

<Elena> o forse solo sollecitandolo, Luciano

<luciano> è sufficiente, elena?

<Elena> Non so, a volte i bisogni si inducono, si fanno crescere, pensa all'uso del cellulare....

> come formatore (in questo caso progettista) indago la situazione dell'utente e del committente (se non sono la stessa persona) rispetto al gap riscontrato, e indago anche il contesto in cui agiscono

> questo consente di definire le variabili e le cause della situazione da cambiare

<Sara> ok, dopodichè si confeziona un macroprogetto definendo gli obiettivi ?

> posso anche indagare quanto essi siano consapevoli della necessità di cambiare e quanto siano motivati a farlo. Senza motivazione non esiste cambiamento

<Luca> indago circa la libertà dell'utente

> ok sara. Questo mi consente di definire gli obiettivi formativi (se il cambiamento può essere generato dalla formazione). Stiamo derfinendo il progetto formativo

<verusca> si può stimolare la motivazione?

<Roberto> La motivazione può essere legata anche al contesto in cui si sta. Mi ritorna una domanda venutami dalle letture:Come poter formare ad Arcipelago in una situazione da Egitto?

<Sara> chiedo scusa. E' necessario però anche sapere se qualcuno paga, o è disposto a pagare. La formazione è costosa, e il ritorno è "aleatorio".

<luciano> il cambiamento si vuole e contemporaneamente non si vuole

<Luca> penso sientri nel campo delle difese

> esiste ambivalenza nei confronti del cambiamento, ma la motivazione può spingere nella direzione favorevole al cambiamento. Un modo per motivare è quello di cogliere i vantaggi che la formazione può darmi

<Luca> economici, di carrriera, maturità...

<Elena> emancipazione

<Sara> se parliamo per esempio di noi allievi...

<luciano> cogliere i vantaggi con in qualsiasi prodotto che si compra

<Sara> ma altre categorie?

<Luca> idem

<Sara> chi frequenta i corsi fse viene pagato per partecipare la differenza è notevole

<Luca> vantaggi non sempre immediati

> ma siamo sicuri che nel caso FSE ci sia sempre una vera motivazione ad apprendere le competenze specifiche del corso, o non si tratti di un parcheggio temporaneo? Cosa che re de la formazione inutile?

<verusca> l'aspetto non volontario alla partecipazione

<katia> il non utilizzare gli apprendimenti rende la formazione inutile per me

<Luca> la non partecipazione del soggetto

> partiamo dalla constatazione che la formazione non è utile perchè si fa perchè qualcuno la paga, ma è utile se soddisfa un bisogno eale di cambiamento

<Sara> ok

> per questo gran parte della formazione finanziata pubblicamente è inutile e rovina l'immagine dlla formazione come strumento per far cambiare le cose

<Elena> ok,

<luciano> ok

<verusca> si però chi partecipa ad un corso pubblicamente finanziato non è stato indotto da altri alla partecipazione, come invece può accadere in un corso interno aziendale

<Roberto> Quindi diventa importante anche distinguere tra problema di motivazione mancante e processo formativo inadeguato

<Elena> ma non è possibile che in un gruppo a cui la formazione è stata pagata, si possa trovare qualcuno che si scongeli... ho dimenticato il?

<Sara> credo di si, ma che fatica! Se qualcuno mi pagasse formazione in azienda io sarei contenta. Ma chi in azienda desidera cambiamento? magari conoscere meglio ruoli e comunicazione si ritorce contro strutture egiziane

<Elena> qui la formazione può essere usata (proposta o accettata) in modo strumentale

<Roberto> è quello che volevo dire prima ,Sara

<luciano> molto spesso accade che la formazione in azienda fa saltare equilibri di potere

<Luca> però il formatore può aiutare a sviluppare motivazioni particolari

<verusca> chi dal corso può pensare di trarne benefici umani (pochi?) e soprattutto professionali.

<katia> l'importante è far capire che le struttutre egiziane non hanno futuro per far accettare la formazione

<Elena> se è ben fatta si, Luciano

> il formatore deve fare attenzione all'uso improprio della formazione. Spesso una richiesta di formativa cela un problema di altro tipo (per esempio organizzativo)

<Roberto> Non ho ben capito

<luciano> spesso in azienda la formazione viene utilizzata in modo improprio

<Luca> e quindi per etica dovrebbe rifiutare

<luciano> credo proprio di si

> per questo è importante analizzare correttamente la natura dei problemi. Se, per esempio, mi accorgo che il clinma di un'azienda è teso per la mancanza di un sistema di incemtivi, non basta un corso ai capi sulla gestione del personale

<Elena> a me, Roberto è capitato di essere ingaggiata come formatrica da un committente che in realtà voleva controllare il cliente. L'ho capito troppo tardi....

<Luca> robi ti chiedono una cosa ma il vero prob è un altro

<Roberto> Ok, grazie

> ipotiziamo di trovarci in una situazione dove la formazione serve: una volta stabiliti gli obiettivi della formazione, come si articola il prcesso?

<verusca> si individuan i micro obiettivi e gli strumenti

<Luca> selezioniamo le metodologie più idonee

<Sara> si individua il target (se è a più livelli), si stabiliscono i tempi, si formulano proposte operative, si stabilisce un sistema di verifica

<katia> cerco mezzi strumenti situazioni, che siano da stimolo per generare un momento di dubbio ,destabilizzante nel senso che renda manifesti agli utenti i loro bisogni

<Luca> valuto: tempi-spazi-costi

<verusca> scompongo il percorso a tappe individuando le metodologie idonee

<luciano> pondero anche gli obiettivi

<verusca> successivamente i tempi, i costi

<Elena> faccio la macro progettazione

> allora: obiettivi (macro e micro) , contenuti, metodi, strumenti, tempi, costi, verifiche..

<Roberto> e poi entro (da solo o con lo staff) nella micro

> possiamo dire che la formazione è un processo circolare?

<luciano> se si è da soli bisogna ricoprire diversi ruoli come formatori

<katia> non capisco

<Sara> io credo di si, credo che debba fare "tondo"

<Roberto> In cosa sta il loop?

<Luca> non mi sembra un cerchio un percorso a tappe

<Sara> forse è più una spirale, avanti e poi verifiche in itinere (giro in tondo)

<Roberto> mi viene da pensare ad una valutazione per ritarare obiettivi e quindi metodologie

<verusca> penso di sì, dalla verifica è possibile ricominciare con l'individuare nuovi obiettivi.......

<luciano> una valutazione continua degli obiettivi da raggiungere

<Luca> così è vero è un cerchio ma nella pratica poi finisce

<katia> io lo vedo circolare nel senso che è lo stesso processo che modifica l'andamento o la microprogettazione costringendo il formatore ad apportare delle modifiche

> e quindi, eventualmente, ritarare contenuti, metodi, tempi...

<katia> si

<Sara> siù

<Elena> si

<Sara> (evviva gli indiani)

<verusca> non credo sia appropriato intervenire in itinere sui tempi e contenuti

<Roberto> :-)

<katia> :))

<Luca> augh

<verusca> esiste un discorso di contratto formativo

<Elena> :-)

<katia> io penso che sia meglio intervenire che mandare tutto allo sfascio

<Luca> che può venire ridiscusso

> Roberto: cosa mettiamo di questo tema sul sito? Il contrato formativo si può rivedere se il processo è condiviso. Stavo riprendendo tutto il flusso... pensavo di riportare l'analisi a tappe che abbiamo compiuto:

> il contratto formativo non rappresenta una fase specifica del processo, ma è uno strumento sia per motivare che per indirizzare il gruppo

<Roberto> Processo di formazione: si attiva partendo dall'analisi dei bisogni, malesseri desi

<Luciano> mi ero disconnesso

<Roberto> che esprimono la situazione in cui qualcuno ipotizza la necessità di interventi per modificare lo stato delle cose. Analisi dei bisogni mediante monitoraggio della situazione. Definizione delle variabili e cause della situazione da cambiare ( pb. della separazione utenza- commitenza, valutazione motivazioni. Stabiliti gli obiettivi si passa allaprogettazione dell ametodologie più idonee contenuti/metodi/proposte operative/strumentyi/tempi/ costi/verifiche. Processo formativo come processo circolare, è lo stesso processo che si automodifica tramite valutazione e ritaratura

> qualcuno propone integrazioni a questo argomento?

<katia> io accennerei alla distinzione macro micro progettazione lasciando alla micro la possibilità di essere rinegoziata all'interno del processo

<Roberto> Ok

<Luca> fare anche riferimento alle diverse figure di formatore o meglio a uno staff

> bene, ci diamo appuntamento tra mezz'ora. Riprenderemo lì le diverse figure di formatore

 

4 UNITA'

 

<Elena> rieccoci!

<Sara> bentrovati

<Luca> ciao.

<luciano> ciao a tutti

<Sara> qualcuno ha salvato? io sono un'asina e non sono riuscita

<luciano> anche io ho perso il testo della chat precedente

<Roberto> Ciao a tutti. Te li invio io Sara

<Sara> grazie ci conto

<Elena> Roby, li pui inviare anche a me, per favore?

<luciano> puoi inviarmelo anche a me roby?

<Sara> robi sei tutti noi

<Roberto> Ok Elena. Luciano invio anche a l'ultima?

<luciano> solo quella precedente, roby

<Roberto> Bene

<luciano> grazie roby

> Bene, ci eravamo lasciati sull'ultima sintesi di Roberto. Era anche stato lanciato il tema dei diversi tipi o ruoli del formatore

<katia> ciao scusate ma non riusc

<verusca> non sono agile nei ricollegamenti, scusate il ritardo

<Luca> ok

<katia> riuscivo a connettermi

<Sara> formatori: progettisti, docente in aula, tutor

<Luca> ci sono i progettisti (macro e micro)

<luciano> ma ci sono anche i gestori della formazione

<Sara> coordinatore animatori (sono formatori?)

<Elena> tutor d'aula e di tirocinio

> possiamo definire per ciascuno qual è la sua competenza nel processo?

<Sara> il coordinatore è il responsabile del progetto e dello staff docenti

<Roberto> Direi di no, sara. Riusciamo a dare una distinzioni tra formatore ed educatore

<Sara> il coord. è responsabile del macroprogetto e degli obiettivi di massima

<luciano> il gestore della formazione è colui che fa l'indagine di sfondo sulla organizzazione o sul contesto

<verusca> i progettisti fanno l'analisi/indagine del bisogno e possono coincidere con i coordinatori?

<Roberto> penso di sì

<luciano> negozia anche con il committente

<katia> secondo me questi ruoli non sono esclusivi ma si possono sovrapporre

> differenti ruoli possono anche essere ricoperti dalla stessa persona, ma richiuedono comptenze diverse

<Luca> teoricamente tutto può coincidere in una persona

<luciano> credo di si

<Sara> non in questo approccio credo, non si opera con uno staff per il controllo del processo?

<Elena> Sono d'accordo con Sara

<Roberto> In effetti penso che non si possa pensare ad una accentratura totale

> l'mporante è riuscire a differenziare la propia azione in relazione al ruolo ricoperto. Un pericolo è la confusione di ruoli che si può generare nell'utenza o nella committenza

<Luca> non dico che sia l'ideale

> per esempio ci sono delle situazioni incompatibioi: se faccio il docente d'aula, diviene difficoltoso esercitare anche il ruolo di tutor del gruppo

<Sara> io non sò bene qual'è il compito del tutor

<verusca> io credo che tra i diversi ruoli quello di docente e tutor non dovranno mai sovrpporsi, pena l'efficacia dell'intervento, dovrebbero

> Roberto, proviamo a sintetizzare l'elenco di tutti i ruoli emersi? Mi stavo interrogando sulla stessa cosa: penso sia correlato ad una attenzione sulla gestione delle dinamiche

<Elena> il tutor d'aula si occupa di tre aspetti: il gruppo, l'apprendimento e l'addestramento. Facilita i corsisti nel diventare gruppo, e li aiuta ad aumentare le loro capacità di lavorare in gruppo

<Roberto> Dunque: progettisti, docenti in aula , tutor

<verusca> il tutor ha il compito di farsi carico delle valenze emotive che emergono durante il percorso formativo

<Sara> grazie. Manca il supervisore

<Elena> del "clima"

<Roberto> coordinatore di progetto, è vero : il supervisore

<Luca> valutatori

<luciano> ma c'è anche il trainer

<Roberto> tutor d'aula e di tirocinio

> aggiungerei all'elenco: analista dei bisogni (se non coincide con il progettista), il trainer

<Sara> il trainerr è il docente

<Elena> coordinatore e supervisore coincidono?

<katia> anche per me il trainer e il docente nella formazione psicologica

<luciano> non mi pare

<verusca> il trainer è un docente "particolare"

<Elena> Sara, il trainer è il formatore che conduce gruppi autocentrati

<Roberto> forse talvolta sì ma non eiesco a vedere questa coincidenza

<Sara> ah già

<katia> anche se conduce gruppi eterocentrati può essere trainer

<Elena> Roberto, non penso sia opportuno che supervisore e coordinatore siano la stessa persona

<luciano> c'è anche il valutatore, cioè colui che gestisce il sistema di valutazione e di verifica

<Roberto> Quindi il supervisore deve avere un ruolo più "esterno"?

<verusca> quello che elabora i dati luciano?

<Luca> forse è meglio analzzarne uno alla volta

<katia> infatti io sto facendo un pò di confusione

<luciano> quello che elabora l'efficacia, l'efficienza, veru

<verusca> si

> allora prendiamone uno alla volta e proviamo a specificare il suo ruolo, Roberto: puoi proporre l'elenco?

<Roberto> progettisti,analista dei bisogni, valutatore, tutor d'aula, tutor di tirocinio, trainer,coordinatore, supervisore, docente d'aula

<Elena> +allievi

<Roberto> lo staff e gli allievi

> allora vediamone la specificità, sapendo che la stessa persona potrebbe coprire più ruoli

<verusca> l'analista dei bisogni rileva il fabbisogno formativo

<luciano> 0

<Sara> l'analista può essere, a mio avviso, anche progettista e uno dei docenti dello staff, non può essere valutatore o tutor

<verusca> sono d'accordo sara

<Roberto> il tutor funge da vigile sul percorso formativo,non può essere anche docente

<luciano> il docente è il responsabile del trasferimento dei contenuti

<Luca> deve possedere la capacità di interpretare i dati

> piuttosto che vedere la incompatibilità vediamo prima di definire i ruoli

<verusca> il progettista secondo me pone l'attenzione sull'obiettivo (macro/micro) sulle metodologie tecniche e strumenti da utilizzare

<Roberto> D'accordo

<Luca> deve concentrarsi sul sapere eil saper fare

<verusca> il coordinatore "tira le fila" durante il percorso in termini di valutazione in itinere delle tappe raggiunte, con il coord si discutono problemi eventuali

<Luca> finiamo primail progettista

> si, andiamo con ordine

<luciano> il progettista pone l'attenzione su diversi obiettivi: cognitivi, strumentali e addestrativi e li pondere tra di loro, correggo il progettista pone l'attenzione su diversi obiettivi: cognitivi, addestrativi e psicologici e li pondera tra di loro, cioè determina le percentuali

<Luca> deve avere la capacità di una visione globale

<Roberto> deve poi essere in grado di correlare bene obiettivi a tecniche e strumenti

> senza entrare troppo nel dettaglio, cosa che compete la microprogettazione del docente

<Sara> esatto, altrimenti il docente è un puro esecutore

<Elena> Il progettista si occupa della macro prog. il passaggio da macro a micro prog. coinvolge coordinatore e anche i docenti

> il progettista, infatti, non può essere esperti di tutti i contenuti previsti dal corso vediamo il docente? e la differenza con il trainer?

<Sara> Ciao sonoLucia sona da Sara

<katia> il docente è responsabile della trasmissione dei contenuti e di apprendimenti relativi ai contenuti ed è colui che padroneggia le tecniche e gli strumenti ciao Lucia

<luciano> io credo che il docente deve essere un esperto nella trasmissione dei contenuti

<verusca> ciao!!

<Roberto> Il docente si occupa dei contenuti

<luciano> ciao, lucia

<Luca> ciao

<Elena> il docente attiva un processo di apprendimento rispetto ad un contenuto

<Luca> traduce gli obiettivi in sotto-obiettivi

<Elena> Ciao Lucia!

<Roberto> Penso che comunque sia importante anche per il docente saper essere e non solo saper fare

<Luca> e si

<Roberto> Ciao Lucia

<katia> penso che il saper essere sia una capacità contenuta in tutte le professioni educative e formative docente o trainer che sia

<Sara> il docente fatti salvi gli obiettivi generali del corso, li traduce nella sua "specificità"

<luciano> quindi il docente deve possedere anche delle tecniche didattiche diverse dal semplice "saper parlare"

<Elena> Assolutamente, Luciano!

<Sara> credo che il trainer gestisca i processi, mentre il docente ha più il focus sui contenuti

> quando nel proceso formativo si parla di metodi si intende proprio questo

<Elena> Io ho l'incubo dei docenti soporiferi.....

<verusca> deve attivare i partecipanti in un processo di apprendimento

> il trainer, a differenza del docente, ha più una funzione di allenatore, di mettere il gruppo in condizione di autoanalizzarsi

<Luca> confonde forse il fatto che vengono chiamati docenti anche gli insegnanti

<Sara> Lucia non ho capito a "questo" cosa?

<luciano> mentre il trainer lo vedo di più come conduttore di un gruppo

<verusca> ho un dubbio: quando si parla di formazione psicosoc. si parla di trainer?

> si, se il gruppo lavora in autocentrato.. se invece spiega come avviene il processo comunicativo il ruolo è di docente

<Sara> dunque esistono in form. psc entrambe le figure

<verusca> però sappiamo che un buon intervento formativo deve lavorare sulle 3 aree per cui la stessa persona è alternativamente docente e trainer?

<Sara> Lucia Veru, dipende da quello che è chiamato a fare Lucia se un T group sarà Trainer Lucia se seminario comunicazione sarà docente

> vediamo la figura del tutor?

<Sara> Lucia il tutor sono io, oggi

<Luca> perchè?

<verusca> perchè?

<Elena> Lucia, ci faciliti nel diventare gruppo?

<katia> si anch'io non capisco

<Sara> Lucia il tutor si preoccuppa di aiutare, approffondire quello che il docente spiega e fa in aula

<Roberto> il tutor penso sia una sorta di vigile, controlla che il percorso formativo raggiunge gli obiettivi voluti

<Sara> Lucia ad esempio oggi casino in aula Lucia si è fermata perchè problema grave

<Luca> ha un ruolo 'protettivo'

<Sara> Lucia piuttosto supportivo

<katia> io continuo a non capire che è Lucia

<Roberto> penso si occupi anche di risolvere i problemi che nascono nel gruppo

<verusca> si roby

<luciano> credo che il tutor d'aula fa un pò da manutenzione del gruppo

<Elena> Non sono d'accordo, Roberto, Penso che il tutor non abbia funzioni di controllo, ma abbia il compito di occuparsi delle relazioni del gruppo

<verusca> come dicevo prima si fa carivo delle valenze emotive dei partecipanti, cerca di risolvere eventuali problemi (anche tecnici) di percorso

<Sara> Lucia per me si occupa anche del benessere

<Roberto> Non controlla anche che il processo formativo prosegua in modo fruttuoso?

<Elena> Piuttosto aiuta il gruppo a diventare efficiente

<Sara> Controlla l'apprendimento dei singoli, in gruppo

<luciano> credo di si, integra le fasi del processo formativo del gruppo

> tutte le cose che dite sono corrette. Un tutor ben diverso da qualli che spesso si vedono nei corsi finanziati, in cui si occupa degli aspetti amministrativi e dei registri da firmare è un ruolo ancosa sottivalutato, ma fondamentale nella formazione dei gruppi

<verusca> possiamo dire che è l'anello di congiunzione tra il docente e i partecipanti in termini di apprendimento?

<Sara> Lucia sono daccordo, è anche sottopagato

<Elena> Vero, Sara!

<katia> è l'anello tra il macro progetto e l'apprendimento effettivo

<Sara> vi ricordo che con me c'è Lucia, di professione tutor

<Elena> Il tutor facilita una parte dell'apprendimento

<Sara> si

<katia> potevi dirlo prima .....

<Elena> Vai lucia!!!!! Facci vedere!

<Sara> lucia ve l'ha detto sopra. Lucia mi avete salutato tutti

<verusca> curiosità: in caso di calo di motivazione tra i partecipanti il tutor gioca un ruolo importante?

<Sara> Lucia prima deve raccogliere il malcontento, poi deve parlarne e ragionare con il gruppo del perchè e sopratutto riferiere allo staff. Lucia lo staff ragiona e agisce tramite i docenti

> Roberto quali altre figure ci mancano da analizzare?

<Luca> se tutto va bene non interviene?

<Roberto> il valutatore gli allievi

<Sara> Lucia se il gruppo funziona, perchè mettere il crisi

<Roberto> il supervisore il coordinatore

<Sara> il valutatore è colui che si occupa delle EV?

<verusca> credo di sì

> siccome non abbiamo ancora molto tempo, suggerisco di vedere sinteticamente le figure mancanti eravamo partiti con il valutatore

<verusca> dovrebbe essere colui che raccoglie i dati delle EV , li elabora

<Luca> verifica il raggiungimento degli obiettivi (finali e intermedi)

<katia> è colui che valuta il processo dal punto di vista quantitativo e qualitativo tramite degli indici

<luciano> il valutatore gestisce il sistema di verifica e valutazione

> mentre la figura del coordinatore...?

<luciano> coordina i diversi ruoli formativi nello staff

<katia> coordina i diversi stili e metodi

<Luca> aiuta a legare insieme tutti questi ruoli

<Roberto> compone lo staff

<Elena> e lo coordina

<luciano> è il responsabile diretto dell'intervento formativo

> bene, possiamo completare con il supervisore

<Sara> è una sorta di agelo custode? colui con il quale risolvere problemi, chiedere consigli sul proprio operato?

<Luca> stimola-appoggia-rafforza

<verusca> funge da contenitore delle questioni emerse in termini di profesionalità da parte dei docenti?

<Elena> il supervisore si occupa di un'attività post - aula (la supervisione) che tratta dei problemi tecnici ed emotivi dei componenti lo staff

> e uno specchio che rimanda immagini deformate perchè il supervisionato colga in modo diverso il proprio agire

<Sara> sempre le immagini sono deformate?

<Roberto> me lo stavo chierdendo anch'io

<Elena> cosa vuol dire cogliere in modo diverso il proprio agire?

<luciano> interessante queste immagini deformate del proprio agire

> se il supervisore ti rimanda quello che vedi già, di che utilità può essere?

<Roberto> Vero

<Luca> punti di vista diversi

<Elena> ok

<Sara> lucia ti fa vedere una cosa, un agito da un altro punto di vista?

<luciano> pensavo al supervisore come colui che confronta le acquisizione formative ottenute...... e i problemi di applicazione sul campo

> il supervisore non è l'esperto che ti dice cosa devi fare, ma ti propone altre pensabilità, altre prospettive che non avevi immaginato

<Sara> ok

<luciano> bene

<Roberto> Può essere anche una sorta di trainer dello staff?

<Luca> che bella figura!

<verusca> se non c'è uno staff numeroso, ma un formatore libero professionista che ricopre quasi tutti i ruoli, come fa ad essere supervisionato?

<Sara> organizza tavole rotonde con colleghi

<Luca> paga un esterno

<Sara> lucia si mette in discussione con i colleghi

> una delle caratteristiche di uno psicoterapeuta corretto è di avere un supervisore personale col quale confrontarsi...

<katia> si confronta

<Elena> i colleghi diventano un gruppo/supervisore?

<luciano> quindi è anche il trainer dello staff

<Roberto> il confronto non si può sfuggire in una professione formativa

<Sara> Lucia c'è gente che fugge, si da a gambe levate

<Elena> Se la supervisione di gruppo è autocentrata, Luciano....ma non so...

> Abbiamo fatto un lavoro articolato anche in questa unità. Roberto puoi farci avere (nei prossimi giorni) il testo di questo nostro sito virtuale?

<Roberto> Certo. Ve lo invio tramite mail

<Sara> Robi: ti scongiuro mandaci il testo delle chat grazie Sara e Lucia

<Luca> grazie robi

<Roberto> Contateci

<Elena> Grazie di tutto, Roberto! Sei stato prezioso.

> vi spedisco per e-mail la scheda di valutazione del seminario. Prima di lasciarci, però, mi piacerebbe avere un vostro rapido feed back sulla giornata

<Sara> interessante, coinvolgente, ottimo docente

<verusca> anche a me roby, grazie

<Elena> Sono stanca morta ma molto soddisfatta

<verusca> concreto

<luciano> interessante ho riportato alla mente quello che avevo studiato

<Roberto> l'approfondimento mi ha permesso di rispondere ad un po' di questioni aperte, l'ho trovato interessante

<Luca> mi è piaciuto questo modo di procedere

<katia> io mi sono persa in quest'ultima parte ma è stato molto interessante e coinvolgente questa metodologia

<Roberto> Anch'io ho trovato la metodologia efficace, mi è piaciuto lo strumento

<luciano> grazie roby per le sintesi

<katia> grazie Roby

> grazie a tutti e arrivederci al prossimo seminario :-)

<Roberto> E' un piacere. Grazie a tutti voi per la giornata insieme

<Sara> Lucia per il poco che ho partecipato, trovo la cosa molto interessante

<Luca> grazie e arrivederci

<Sara> Ciao a tutti Lucia e Sara

<Luca> ciao a tutti

<katia> grazie e saluti a tutti

<Elena> arrivederci e grazie a tutti :-)

<verusca> arrivederci a presto

<Roberto> grazie,arrivederci!

<Roberto> Ciao atutti!

<Luca> robi spedisi anche a ross e fab?

<luciano> ciao a tutti

<Roberto> Yes!