Relazione Focus Groups sul Pio Albergo Trivulzio (1990, Mi)


GRUPPO "TECNICI" (l5-3-90)

Presenti: 12 operatori

Il gruppo è stato molto attivo e le interazioni molto numerose. La difficoltà principalee stata quella di focalizzare il gruppo sul Pio Albergo Trivulzio,come realtà specificainserita bel contesto sanitario-assistenziale italiano. Molte delle osservazioni fattedai partecipanti avevano un riferimento generale, cioè non specificamente rivolto all'oggettodella discussione. D'altro canto è noto l'atteggiamento generale di scontento deicittadini verso le istituzioni e verso i servizi socio-sanitari in particolare, per cuiogni tentativo di analisi realistica di una organizzazione specifica, risente della immaginenegativa di tutto il contesto.

Molte delle osservazioni critiche riguardanti, per esempio, il cibo che non sarebbe abbastanza curato, ben cotto o caldo, si sono trasformate - solo dopo una mia domanda specifica- nella constatazione di una sostanziale uguaglianza fra il cibo del PAT e il cibo servitoin altre collettività (ospedali, mense aziendali, ecc.). La trascuratezza non è tanto specifica del PAT, quanto di tutte le "grandi mense". Tuttavia va notato che tale riflessione èstata fatta dopo una mia specifica domanda in proposito, mentre in prima battuta la cucinadel PAT sembrava essere particolarmente criticabile.

Tale confusione fra contesto e realtà specifica del PAT, si è presentata per diversi problemi (ruolo degli infermieri, fatiscenza delle strutture, burocratizzazione, ecc.), il che, se da una parte attenua la portata realistica delle critiche, indica anche una sostanziate indistinzione di immagine del PAT ed una scarsa identificazione delta sua specificità.

Un'altra osservazione generale riguarda la persistenza della immagine del PAT come "laBaggina".Malgrado le affermazioni che saranno riportate in seguito e che sono state alcentro del dibattito,la maggioranza dei partecipanti ha espresso chiaramente l'immaginedel PAT come "fatiscente", "disumana", "ultima spiaggia". E questo pur riconoscendo razionalmente i numerosi cambiamenti avvenuti di recente. Per esempio e stata generale laaffermazione che il PAT sia organizzato per "cameroni" e che le camerette a 2/3 tetticon bagno siano pochissime se non inesistenti.

La persistenza di questa immagine tradizionale della"Baggina" è tanto più sorprendente se si considera che il gruppo era composto di tecnici dell'assistenza e delta sanità.

LA PERCEZIONE INDISTINTA FRA FIGURA E SFONDO (PAT e Sistema assistenziale italiano) E LA PERSISTENZA DELL"IMMAGINE DEL PAT COME "BAGGINA" SUGGERISCONO L'URGENZA DI UNA AZIONE INFORMATIVA FRA I TECNICITESA A IDENTIFICARE LA SPECIFICITA' DEL PAT ED IL SUO EFFETTIVO PROCESSO DI MODERNIZZAZIONE.

La discussione del gruppo ha focalizzato sostanzialmente tre gruppi di argomenti, cheesprimono insieme l'immagine e le opinioni, nonchè gli atteggiamenti, dei tecnici versoil PAT. I tre gruppi di argomenti possono essere definiti come:il personale, le strutture ed i servizi,la strategia.

IL PERSONALE

Il personale medico viene generalmente considerato qualificato e sufficiente, anche senon mancano riserve sull'uso di specialisti in otorinolaringoiatria per le "guardie".E' generale l'impressione che il personale medico sia vistosamente aumentato rispettoa quello presente fino al l985; che siano maggiori e più qualificate le specializzazioni;che il Centro Dialisi, il Day Hospital ed il reparto Oculistico siano ottimi.

Maggiori riserve vengono rivolte alla qualità delle prestazioni del personale infermieristico ed ausiliario. Lo slogan condiviso è stato "MENO LAVORO IN MIGLIORI CONDIZIONI"per ottenere una migliore assistenza agli utenti. Da diversi partecipanti è giunta unaimmagine di "disumanizzazione" del trattamento, specie degli utenti lungodegenti.La insufficienza o inadeguatezza del servizio paramedico sembra rendere necessario unservizio di volontariato"obbligato" da parte dei parenti. In sostanza pare che sia notoil circolo vizioso fra demotivazione, eccessivo carico di lavoro. spersonalizzazione deltrattamento di assistenza. In questo caso tuttavia va rimarcato come, a mia specifica domanda, il gruppo ha convenuto sulla sostanziale uguaglianza di tali problemi al PAT comepresso altre strutture assistenziali o sanitarie.

STRUTTURE E SERVIZI

Rispetto a questa voce, è vistosa la contraddizione fra la persistenza dell'immaginedel PAT come vecchia "baggina" e la conoscenza di molte innovazioni realizzate negli ultimi anni. Per esempio, è noto che sono stati di recente acquistati raffinati macchinariper il reparto oculistico; che il PAT ha realizzato il primo day hospital di Milano; che esistono buoni servizi di riabilitazione fisiatrica, che sono in corso ristrutturazioni.D'altra parte persiste l'idea di fatiscente, della struttura a "cameroni", della sostanzialele "bruttezza" degli ambienti ("il Mandelli è brutto"), del cibo poco curato (con la solaeccezione del day hospital).

Probabilmente esiste una buona percezione dei servizi sanitari affiancata ad una menobuona dei servizi assistenziali. D'altro canto la positiva immagine dei servizi medico-specialistici è indebolita da una valutazione critica degli stessi sul piano politico.Come vedremo nel prossimo paragrafo infatti, i servizi medici sono apprezzati mentre nonlo è la medicalizzazione del PAT, in quanto sottrarrebbe alla città un servizi indispensabile.Un cenno a parte merita l'idea, abbastanza condivisa, che il PAT abbia "rette astronomiche"in proporzione ai servizi offerti. In via comparativa la casa chiamata "Parco diMonza" è considerata assai più conveniente. Se poi si considera l'aspetto "umanizzazione"vengono preferiti al PAT sia gli istituti comunali sia certi istituti retti da religiose.

La strategia

II nucleo centrale del dibattito ha riguardato la strategia di sviluppo del PAT ed ilsuo ruolo nel contesto milanese del servizi socio-sanitari ed assistenziali.E' sembrata unanime l'opinione che il processo di modernizzazione del PAT sia direttoad una maggiore medicalizzazione e specializzazione: MA CIO' NON E' CONDIVISO. La prima ragione del dissenso è strutturale: molti tecnici pensano sia inaccettabile laesistenza di specializzazioni mediche per anziani. Viene esplicitamente respinta l'ideaperaltro sempre più precisata nel tempo di un PAT come "ospedale per anziani"."La città di Milano ha bisogno di letti geriatrici, altrimenti deve mandare gli anziani aCremona". Inoltre "la geriatria non è una specialita, ma un modo globale di considerareil paziente nelle sue diverse esigenze psicofisiche e sociali". Milano non ha abbastanzastrutte per "invecchiare" ed il PAT dovrebbe anzitutto "aiutare l'anziano a invecchiaree morire come se stesse a casa". Ciò che serve a Milano è una casa di riposo che tengaalla "qualità della vita" dell'anziano, NON un ospedale per anziani. Un anziano malatopotrebbe stare insieme ai giovani negli ospedali normali. Che il PAT abbia un miglioreservizio medico può essere utile, ma non è questo il punto essenziale.

ANZITUTTO il PAT va rimpicciolito o suddiviso per reparti autonomi. Una struttura diMILLE posti non può essere centrata sulla qualità della vita. La divisione dei repartiNON DEVE essere per patologie ma per tipologia dei servizi di assistenza.Il trattamento deve essere specializzato non tanto e non solo in senso medico, quantonel senso di un miglioramento della vita quotidiana dei pazienti.E' vero che l'istanza anti-sanitaria e stata soprattutto sostenuta dagli assistentisociali, ma è altrettanto vero che essa è stata condivisa largamente anche dai membrimedici del gruppo per i quali sembrava ovvia la erroneità delle specializzazioni mediche per anziani.

In conclusione, il gruppo sembra contrario al processo in atto sia per motivi scientifici che per motivi politici.

Gruppo "PARENTI" (l6-3-90)

Presenti: 13 familiarii.

Questo gruppo è stato molto partecipato e ricco dl contributi. In generale sono emersepercezioni di fondo sostanzialmente positive, con la consapevolezza di numerosi miglioramenti avvenuti negli ultimi anni. Il dato più sconcertante è stato quello della contraddittorietàdi molte osservazioni, le quali, se confermate, offrono una immagine di forte differenziazione fra reparto e reparto.

I partecipanti si sono sostanzialmente divisi in due gruppi: un gruppo entusiasta nelmagnificare le qualità positive del PAT in ogni senso (medico, assistenziale, strutturale);ed un gruppo che, pur di fronte ad un'opinione generale positiva, lamentava una scarsa attenzione alle necessità di "stimolazione" ed "umanità" specie dei lungodegenti.In sostanza questo secondo gruppo si avvicinava alle posizioni espresse dalla maggioranza del gruppo dei tecnici.

Fra gli entusiasti merita una citazione una partecipante che, avendo la madre deceduta alPAT da solo una settimana, ha magnificato il reparto di Oncologia come stupendo sottoogni punto di vista (medico, assistenziale e umano). Fra i critici va citata una partecipante che ha testimoniato sulla vicenda di una sua parente che, entrata al PAT in ottime condizione generali ("malata" solo di vecchiaia) e stata allettata e lasciata a sésenza stimoli, né aiuti fisiatrici, né sostegni relazionali fino a degenerare vistosamente in soli due mesi.

Fra queste due polarità, il gruppo ha espresso un grande quantità di osservazioni, che raggrupperemo per categorie.

II personale

Questo tema è stato il più controverso ed il più ricco di osservazioni. Le opinioni ingenerale sono positive, e quelle negative sono state perlopiù attribuite a carenze distruttura. La sola eccezione riguarda il Servizio Sociale, definito "pessimo" da un paio di partecipanti e non "difeso" da altre.Circa il personale medico il coro unanime è stato di elogio: alta competenza ed altaumanità in tutti i reparti. Per il personale paramedico invece molte sfumature e contraddizioni:
  • i fisioterapisti sono troppo pochi (quindi non viene fatta alcuna fisioterapia a letto ed i tempi di attesa per la palestra sono troppo lunghi)
  • gli infermieri sono senza alcuna preparazione psico-relazionale
  • gli infermieri sono poco motivati, troppo oberati di lavoro, troppo pochi, poco pagati
  • gli infermieri sono molto disponibili, hanno molta umanità, creano un clima di famigliarità, sono gentilissimi (molto più che a Niguarda e al S.Paolo), e bravissimi

Le conseguenze di queste contraddizioni portano ad evidenziare le diversità vistose fra i diversi reparti con diversissime conseguenze per gli utenti:

  • in alcuni reparti si "fanno miracoli" (per es. a Oncologia gli alimenti, ove necessario vengono frullati);
  • in altri reparti succede che un utente stia ore sulla carrozzella, senza che nessuno si occupi dei suoi dolori; che un altro cada dalla carrozzella perchè non legato; che in certi casi si usa il "tu" con tono offensivo oppure si chiamino i pazienti per numero, che in altri i pazienti non siano aiutati a mangiare.

In conclusione appare che il rapporto con il personale paramedico produce nei parenti immagini molto differenziate. Tuttavia, anche laddove l'atteggiamento è critico esiste la tendenza ad attribuire le cause dei difetti alla struttura del PAT piuttosto che ai lavoratori.

Strutture e servizi

Anche per questa voce le opinioni sono essenzialmente positive. La pulizia generale èda tutti sottolineata; il cibo è considerato buono ed abbondante; le strutture nuovesono "gioielli", mentre le vecchie risultano ben tenute. Semmai è l'area del servizi paramedici quella considerata più carente:
  • - basse attività di stimolazione
  • - nessuna fisiatria a tetto
  • - servizio dentistico cui devono sopperire l parenti
  • - servizio sociale carente.
In termini di struttura si valuta negativamente l'assenza di un solarium sui piani percoloro che non possono arrivare in giardino (nel quale peraltro giungono solo i pazientiche dispongono di parenti). In termini organizzativi e malgiudicata la farraginosità burocratica dei servizi ambulatoriali (troppi sportelli, orari ridotti, procedure di difficile comprensione).Così come viene segnalata in termini organizzativi la frequente scarsa comunicazionefra personale medico, capo-sala e paramedici. Particolare critiche raccoglie il servizio mensa, non per la qualità e quantità ma per altri particolari:
  • - enormi sprechi alimentari (porzioni troppo abbondanti, piatti non consumabili da pazienti non autosufficienti)
  • - scarsità di cibi di facile ingestione (budini, frullati, mousses, ecc.)
  • - frutta troppo "al dente"
  • - pollo offerto in quarti (invece che sminuzzato).
In termini di rapporto costo-servizio viene giudicata eccessiva la quota di quasi tremilioni al mese per il ricovero, anche in considerazione della quasi necessità aggiuntivadi servizi accessori a carico dei parenti (operatori per i pasti e la attivazionepsicologica). A tale proposito viene da quasi tutti segnalato il problema del volontariato,considerato indispensabile ma non abbastanza favorito dal PAT. In particolare:
  • - sembra che il PAT ostacoli l'immissione di obiettori di coscienza
  • - parecchi partecipanti hanno ricevuto dai medici un invito a non presenziare ai pasti in quanto "c'è già il personale sufficiente alla bisogna" (il che non viene considerato vero, in quanto il poco personale non riesce a "imboccare" tutti nei tempi e nei modi che sono necessari)
  • - i volontari presenti nei reparti sono troppo pochi.

Il reparto di Oncologia e lo Schiapparelli hanno ottenuto consensi reiterati e vivissimi sotto tutti gli aspetti. Ciononostante alcuni partecipanti hanno dichiarato che la assistenza personale e psicologica che si ottiene al Palazzolo è migliore di quella fornita dal PAT (che però è inarrivabile per assistenza medica).

In termini di servizi va segnalato il problema, da tutti i partecipanti condiviso, dellapresenza dei moribondi nelle stanze con soggetti in condizioni migliori. Tale promiscuità sembra irrispettosa della privacy del morente, come foriera di angoscia per gli altri.Da tutti viene consigliata una qualche forma di separatezza, durante le ultime ore di vita.

Situazione politica e strategia

La percezione generale circa la situazione politica è alquanto critica. Anzitutto l'immagine di tutti è che il PAT sia "un feudo socialista"("lo sanno tutti !"). Poi i parentiraccolgono spesso lamentele dei paramedici circa le travagliate vicende sindacali; e lelamentele dei medici circa i carichi burocratici aggravati da "motivi politici".La questione sindacale viene anche invocata in situazioni come quelle festive, nelle quali il personale è vistosamente insufficiente.

In termini di strategia innovativa va detto che i pareri di questo gruppo si avvicinano molto a quelli dei "tecnici". In sostanza si dice che il PAT aiuta poco gli anziani"non malati" e si auspica che non vengano assolutamente aboliti i letti per i lungodegenti, dal momento che a Milano le case per anziani sono assai rare. Si rifiuta insommala trasformazione del PAT in qualcosa che sia "più ospedale che ricovero". Questo ancheperché, come ha detto una partecipante, il "Trivulzio mi aiuta molto" e senza il PAT "nonavrei potuto reggere la fatica di un anziano zio in casa".

RILFESSIONI CONCLUSIVE

L'analisi dei contenuti emersi dai due gruppi intervistati fa emergere una serie diquestioni che meriterebbero una indagine più approfondita. Elenchiamo:
  1. il livello di identificazione e di informazione del PAT presso i tecnici socio-sanitari milanesi va in gran parte aumentato;
  2. la modernizzazione del PAT in direzione medica è apprezzata, ma molti sono coloro che rifiutano una parallela abdicazione dai PAT dal ruolo tradizionale di "ricovero per anziani sani";
  3. il ruolo di ricovero per anziani sembra dover essere modernizzato attraverso un processo di umanizzazione, personalizzazione e attivazione non medico-specialistico ma geriatrico, psicologico e sociale;
  4. il ruolo assistenziale del PAT ("per aiutare gli anziani a vivere gli ultimi anni come una seconda vita") deve essere rafforzato da una qualificazione psicologica del personale paramedico (almeno in certi reparti) e da una forte immissione di volontari;
  5. l' organizzazione del personale paramedico va rivista in modo da consentire ad esso un lavoro più rilassato e personalizzato;
  6. il cibo dovrebbe essere più curato sia nella confezione, resa più adatta agli utenti, sia nella somministrazione, resa meno affrettata e meccanica;
  7. la forte diversificazione fra i reparti dovrebbe essere meglio studiata e ridotta al modello di quelli più organizzati;
  8. i reparti dovrebbero avere maggiore autonomia gestionale, fino a raggiungere lo scopo di una maggiore difesa della qualità della vita degli ospiti.