La modernità e il "progresso" ci hanno dato oggetti
e servizi mirabolanti. Dagli albori dell'umanità, l'uomo ha
cercato soluzioni ai problemi della alimentazione, della comunicazione,
della medicina, delle costruzioni, della difesa contro le minacce
dei fenomeni naturali. Lo sviluppo di queste tecniche ha avuto per
secoli un andamento lineare ma dall'industrialesimo (XVIII secolo)
il cambiamento è stato accelerato e progressivo, in ogni settore
della vita.
Dalle macchine di ogni tipo all'allunaggio; dal DNA alla clonazione;
dagli Ogm alla Rete telematica, dalla telemedicina all'inseminazione
artificiale, dalla tv alla stampante 3D, l'umanità è
stata circondata e servita da tecnologie stupefacenti. I comportamenti
quotidiani sono cambiati nella alimentazione, nella comunicazione,
nella medicina, nella mobilità, nell'istruzione. Tutto ciò
ha creato un diffuso e pervicace ottimismo nella grande maggioranza
del globo, circa il futuro e le "magnifiche sorti e progressive"
che porterebbero a uno sviluppo illimitato. A nulla sono valsi i dubbi
di Leopardi, della Scuola di Francoforte, dl Club di Roma, e delle
opere distopiche. L'ottimismo fideistico sembra il perno della nuova
religione laica.
Ciononostante, la lotta contro le minacce dei fenomeni naturali sembra
la stessa che impegnava l'uomo di Neanderthal. Guardiamo impotenti
la ferocia distruttiva dei vulcani. Subiamo i fenomeni mortali della
siccità, delle inondazioni, degli incendi con lo stesso terrore
e la stessa passività dei nostri antenati.
Le epidemìe, fra animali ed umani, hanno la stessa forza mortale
di quelle dell'antichità
Addirittura, siamo riusciti a creare nuove catastrofi ecologiche di
fronte alle quali sembriamo impotenti: l'inquinamento terreste e marino;
il riscaldamento del pianeta; l'incremento dell'anidride carbonica
nell'aria; la creazione di agenti patogeni artificiali; la bomba atomica.
Le civiltà antiche cercavano di "placare gli Dei",
considerati i generatori delle catastrofi naturali, con riti propiziatori,
sacrifici di animali e addirittura sacrifici umani. La civiltà
moderna fa altrettanto: riti religiosi, fiaccolate, marce e proteste,
commemorazioni. Non arriva a uccidere animali o esseri umani intenzionalmente,
ma lascia che a creare le vittime sacrificali sia la natura. L'ottimismo
modernista sta subendo qualche colpo.
Ma dove l'ottimismo modernista trova il suo smascheramento è
nell'apparato psichico. Mentre la techne ha raggiunto livelli inimmaginabili,
la psyche sembra restata all'età del ferro.
La donna viene ancora trascinata per i capelli. Omicidi, fratricidi,
infanticidi sono all'ordine del giorno: Caino e Medea sono assassini
emblema della modernità. Il complesso di Edipo dilaga in pargoli
che restano attaccatii alla mamma fino a 50 anni. Narciso è
l'enblema globale del III millennio. Ares e Marte sono gli dei sempre
attualissimi dei sanguinari bellicisti. Ercole è il patrono
dei patetici culturisti. Nella mitologia greca, Hermes, figlio di
Zeus e della ninfa Maia, era il dio dell'inganno, dei truffatori e
dei significati nascosti: da sempre è l'ispiratore dei politici
e oggi anche dei giornalisti.
I 12 psicogeni
che costituiscono lo psicoma umano sono inalterati da millenni, ma
oggi non hanno tentennamenti nell'esprimersi con comportamenti auto
o etero-distruttivi. Il controllo si traduce individualmente
nella sottomissione dell'altro e politicamente nella diffusione di
regimi sempre più totalitari. La organizzazione viene
ancora usata per creare, ma anche per sfruttare. La dipendenza,
che in positivo aiuta ad imparare, è l'arma dell'auto-distruzione:
col cibo, le droghe, l'alcol, il gioco. La trasgressione/evitamento
ha la funzione di difesa dell'Io ma viene ancora usata come attacco
distruttivo. Lo psicogene della rassicurazione/sicurezza non
si esprime solo nel darne e riceverne, ma nel costruire continui fantasmi
paranoidi e di perenni nemici immaginari. Allevamento/educazione
è lo psicogene della nutrizione emotiva, ma continua ad essere
tradotto in indottrinamento e subornazione. La gratitudine
è la base di ogni relazione, ma continua ad essere rara e spesso
sostituita dal tradimento. La fantasia è lo psicogene
della creazione di mondi immaginari, che raramente somigliano al Paradiso,
ma più spesso a scenari horror. L'accettazione serve
ad accettare l'altro come è, senza volere cambiarlo, ma tutta
la storia mostra quanto gene sia trascurato, senza alcun miglioramento
nei secoli. La fiducia è considerare l'altro come naturalmente
buono, ma più spesso si trasforma nel suo contrario e porta
a considerare l'altro una minaccia. La complicità riguarda
l'alleanza, la compiacenza, la condivisione ma da sempre viene minacciata
dall'invidia e dall'ostilità. L'abbandono è lo
psicogene che ci porta a esplorare l'ignoto, l'insicuro, l'imprevedibile
ma non siamo quasi mai riusciti, a farlo prevalere sul controllo.
L'ottimismo ingenuo dovrebbe riflettere su un progresso che si limita
alla techne, senza scalfire l'immutabilità della natura (physis)
e della psiche.
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