AGGIORNAMENTI
di Margherita Sberna
Pare incredibile ma è già passato un
altro anno! E sono ben 16 anni che Arips esiste. Guardarsi
indietro dà una certa soddisfazione. Attività di formazione,
ricerche, interventi di prevenzione, giornate di studio
e convegni, sperimentazioni di vario genere, articoli e
libri, una rivista….
Non si può dire che siamo rimasti inoperosi.
E’ però vero che l’aumento delle attività sul
campo, dei veri e propri lavori, ha modificato in parte
le nostre abitudini costringendoci ad occuparci innanzitutto
dei problemi quotidiani, Arips è nata con una tensione soprattutto
di tipo speculativo e culturale che era molto vistosa ed
accentuata nei primi ai di vita dell’Associazione.
L’idea era che la sperimentazione concreta dovesse
andare di pari passo con la speculazione intellettuale,
così da creare dei modelli di intervento, dei prototipi,
che potessero essere successivamente “replicati”
anche da altri professionisti del settore, inoltre Arips
intendeva studiare l’evoluzione delle organizzazioni,
che normalmente attraversano periodi di vita diversi: dalla
nascita, con tutte le incertezze e le difficoltà tipiche
di un’impresa appena avviata; al successo; alla stabilità
completa spesso caratterizzata alla lunga da un minore investimento
e da una tensione emotiva più scarsa. Con questo si voleva
individuare una strategia che ridesse vigore e vitalità
a tutte le organizzazioni per qualche motivo boccheggianti,
così da tamponarne una presunta tendenza all’estinzione.
Travolti dagli eventi, anche noi di Arips
siamo caduti in questa trappola e se non si può negare che
il lavoro professionale sia tanto ed anche legato ad iniziative
interessanti, non va nascosto che i tempi di studio e di
dibattito fra noi sono ristretti. Il danno non è totale
e senza possibilità di recupero: “GO&C”, la
nostra rivista Gruppi Organizzazioni Comunità, ci ha in
parte mantenuti “all’erta”. Anche la particolarità
di alcuni interventi ha richiesto una concentrazione intellettuale
ed un dibattito approfondito a cui hanno partecipato in
particolare i soci senior. Non siamo dunque su un percorso
in totale opposizione rispetto ai nostri sogni di partenza.
E la consapevolezza di trovarci in una situazione critica
è certo utile per evitare che le cose peggiorino. Ma c’è
anche un’altra considerazione da fare. Arips è un’associazione
e come tale comprende soci con diverso livello di appartenenza
e di partecipazione rispetto alle proposte che via via
vengono fatte. In tutti questi anni i propositori unici,
come forse è anche giusto che sia, sono stati il Direttivo
ed al massimo i soci senior. Per il futuro si dovrebbe almeno
tentare di modificare la tendenza soprattutto per quanto
riguarda l’area culturale. Così in un recente incontro
del Direttivo si è deciso che i soci interessati a promuovere
iniziative di tipo culturale hanno la libertà di agire,
purché organizzativamente in connessione con la segreteria
di Molinetto, individuando argomenti, studiosi, ambiti nei
quali intervenire. Certo anche in questo caso saranno responsabilizzati
i soci più “interni”, ma i volonterosi sono invitati
a farsi vivi. “Arisp cultura” vuole tornare ad
esistere con maggiore incidenza sulla vita dell’Associazione.
Sul fronte lavoro abbiamo realizzato
in quest’anno soprattutto interventi di prevenzione:
Progetto GAS Giovani Associati, Progetto Hollywood, ProgettoPAB
Arcisate Bisuschio, PRODIGIO – PROgetto Disagio GIOvanile,
Prospetthiva – progetto di prevenzione HIV-AIDS; consulenze
su progetti in avvio o in atto al Comune di Marmirolo ed
alla USSL di Cremona. Per la prima volta nella storia di
Arips c’è una totale concentrazione ed in particolare
in Lombardia. Tutti i progetti firmati da noi sono in un
elenco diffuso dalla Regione Lombardia e, si dice, da essi
verranno ricavati gli indicatori di successo di iniziative
simili. E’ certamente un privilegio ed un onore per
certi aspetti, ma va anche detto che Arips attraverso i
saggi di G.Contessa sull’argomento, ha certamente influenzato
grandemente il settore diffondendo le teorie della Psicologia
di Comunità ed i modelli di intervento nel territorio. Per
fortuna ci sono le date di edizione dei volumi a testimoniarlo,
benché spesso questo non sia sufficiente a far attribuire
i meriti a chi di dovere. Quindi ci pare che sia giusto
finalmente avere un riconoscimento, anche se indiretto.
Se mai in questi tempi Arips si interroga sull’opportunità
di continuare a realizzare interventi di prevenzione primaria,
sui quali ha ormai un’esperienza più che decennale
(il primo è stato realizzato per la Regione Liguria nel
1982). Poiché ci si voleva occupare di modelli e di prototipi,
forse sarebbe utile ridurre l’impegno in questo settore
e aprirne altri innovativi.
Ma ecco che Prospetthiva è nuovamente
un prototipo ed è un’esperienza che, crediamo, realizziamo
per primi in Italia: trovare un “pacchetto formativo”
utilizzabile con adolescenti e giovani ed in grado di influenzare
i loro comportamenti rendendoli più auto-protettivi, onde
evitare l’infezione del virus HIV che determina l’AIDS.
E’ una sfida, ed abbiamo deciso di accettarla coinvolgendo,
accanto ai senior, forze giovani e fresche (nostri ex allievi
della Scuola Formatori ormai diventati colleghi e che si
occupano di formazione in campo psicosociale anche per aziende
ed enti diversi da Arips).
Mancano pochi anni al ventesimo compleanno
ed occorre attrezzarsi “prevenendo” possibili
disagi e predisponendo strategie connesse con le finalità
che perseguiamo. Crediamo che i prossimi mesi debbano essere
dedicati al reperimento di risorse. Linfe nuove significano
non solo più energia da spendere nel lavoro, ma anche più
idee e proposte, una tensione innovativa ed una maggior
possibilità di evoluzione e di sviluppo. Stiamo dunque studiando
e sperimentando diverse strategie che ottimizzino i tempi
di formazione, evitando dispersioni ed insieme consentano
un più veloce utilizzo sul campo dei “promossi”.
Resta sempre aperto il discorso del senso di appartenenza
e dell’investimento dei giovani su Arips ed il suo
futuro. Tutti sanno che è un problema praticamente irrisolvibile
e soprattutto rispetto al quale niente e nessuno può garantire
risultati certi. Ma questo è il gioco, che d’altra
parte ha avuto inizio nel momento in cui Arips è nata. Il
travaglio fra il dentro e il fuori dell’Associazione
ne ha caratterizzato a lungo i tempi di esistenza; questo
movimento è andato limitandosi, fino quasi (quasi!) a scomparire
in questi ultimi anni e forse questa stabilità è uno dei
motivi che può spiegare la parziale “caduta di tensione”
fra i soci senior. La riduzione delle scissioni ha portato
una maggiore tranquillità, forse addirittura eccessiva:
non dover più avere a che fare con il sentimento del lutto
ha limitato l’investimento energetico di eros per mantenere
alte le motivazioni ad appartenere ad un contesto certamente
“eccezionale” e per molti aspetti unico. Ma ci
siamo accordi del periodo e speriamo con i nostri soci che
il 1995 ci porti una fruttuosa carica di adrenalina.
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