Il grande gruppo è uno spicchio di melagrana,
l'organizzazione è un melograno
(Guido Contessa, 2020)


La melagrana è il frutto del melograno. Di forma sferica, con la buccia di colore rosso brillante, ne si consumano solo i semi, chicchi interni detti arilli (fino a 600 per frutto, separati in gruppi da una membrana detta cica, ndr). Punica, è il comune melograno, pianta a portamento cespuglioso, alta fino a 2-4 m., ma in terreno profondo e fertile fino a 7 m.
La tradizione ebraica insegna che la melagrana è un simbolo per la giustizia, perché si dice che abbia 613 semi che corrispondono ai 613 comandamenti della Torah......È anche simbolo di fratellanza, abbondanza e prosperità..... È anche un simbolo di fecondità. Demetra dea della fecondità della terra è rappresentata in un gran numero di rappresentazioni con frutti di melograno, come simbolo di abbondanza e di fertilità.
Il melograno è una delle poche immagini che appaiono sulle monete antiche della Giudea, come un simbolo sacro. Alcuni studiosi ebraici ritengono che sia stato proprio il melograno il frutto proibito del giardino dell'Eden. Il melograno era considerato sacro anche in molte altre civiltà. In alcuni riti funebri Egizi sembra si utilizzassero proprio i frutti ed i semi, di cui si è trovata traccia in numerose tombe, tra cui quella di Ramses IV. Anche nella lontana Cina viene consumata dai neo-sposi la prima notte di nozze per “benedire” il matrimonio. (Fonte)

L'organizzazione è un albero di melograno: radici profonde, fusto robusro, rami molto sporgenti sono la parte rigisa, stabile, permanente (anche fino a 100 anni) della pianta. Una organizzazione ha una storia, un organigramma fissato con norme e ruoli, divisioni e reparti numerosi.

Il grande gruppo è una regione del melograno: i frutti sono i reparti separati da membrane (le ciche) che aggregano grandi gruppi di arilli (singoli operatori), ciascuno dei quali contiene le proprietà dell'insieme.

L'insieme-albero è in equilibrio semi-stazionario,
relativamente poco entropico, cioè poco mutevole e degradabile. Resta tuttavia solo un contesto.
L'insieme-frutto è in equlibrio quasi-stazionario,
relativamente entropico, cioè facilmente mutevole e degradabile. Resta tuttavia un contenitore.

Anche l'arillo (il singolo seme) è un insieme fisico-chimico. E' in equilibrio quasi-stazionario, ma molto più entropico, mutevole e degradabile dei sistemi cui appartiene. Resta tuttavia un contenuto, il valore primario dell'albero e del frutto, cioè dell'organizzazione e del grande gruppo.

Un arillo marcio lentamente fa degradare lo spicchio, come un comportamento negativo contagia l'insieme cui appartiene.
Un frutto marcio lentamente fa degradare il ramo, come ogni insieme negativo contagia l'insieme cui appartiene.
Ma è anche possibile che il ramo sia malato e causi il degrado di uno o più frutti. Se è così, buttare il frutto è solo un palliativo temporaneo.

I primi interventi di cura si concentrano sulla chimica, con la diffusione sull'albero di sostanze capaci di contrastare il degrado. Poi diventa importante la potatura di uno o più rami. Nei casi più irriducibili (tipo xilella) si arriva all'abbattimento dell'albero.

Il grande gruppo (cioè il primo insieme cui appartiene ogni arillo) è in grado di prevenire il degrado di un arillo infetto?
Ha un sistema immunitario abbastanza forte per impedire la diffusione del degrado?
Può continuare ad essere un insieme di fratellanza, abbondanza e prosperità?

E la formazione psico-sociale è in grado di aiutare il grande gruppo in questo compito?